Diritti umani

Costruire nuovi Cpr è assurdo, ecco perché

Dura presa di posizione dell’associazione Don Bosco 2000, impegnata in Italia e Africa in progetti di accoglienza, di fronte alle nuove dichiarazioni del ministro dell’interno Piantedosi. Il presidente Sella: «Degrado, proteste, violenze e morti che abbiamo visto nei Cpr di tutta Italia sono sotto gli occhi di tutti»

di Nicola Varcasia

L’intenzione dichiarata dal ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, di aprire cinque nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio fa discutere e allarma chi opera nel campo dell’accoglienza. A prendere una posizione netta in merito a possibili ampliamenti di questa politica di gestione dell’immigrazione è l’associazione Don Bosco 2000, impegnata, come è noto in progetti di accoglienza tra l’Italia e l’Africa: «Le dichiarazioni del ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, confermano ancora una volta la direzione disumana e fallimentare delle politiche migratorie di questo governo. L’idea di costruire nuovi Cpr e centri di trattenimento per i migranti provenienti da Paesi “sicuri” è semplicemente assurda, oltre che profondamente sbagliata», si osserva in una nota.

Fallimento totale

È poi il presidente, Agostino Sella, a spiegare: «I Cpr non sono altro che strutture di detenzione mascherate da centri di accoglienza. Sono luoghi in cui vengono rinchiusi esseri umani senza aver commesso alcun reato, ma solo perché colpevoli di cercare una vita migliore». E aggiunge: «Strutture che negli anni si sono rivelate un fallimento, sia dal punto di vista gestionale che da quello della tutela dei diritti fondamentali. Il degrado, le proteste, le violenze e le morti che abbiamo visto nei Cpr di tutta Italia sono sotto gli occhi di tutti. E la risposta del governo qual è? Costruirne di nuovi».

Capire i perché

Il tema è lontano dalla soluzione, come hanno mostrato anche le più recenti visite al Cpr di via Corelli, a Milano.

La riflessione in merito dell’associazione salesiana inviata a interrogarsi sulle cause profonde delle migrazioni: «Perché queste persone arrivano? Quali sono le cause che li spingono a fuggire dai loro Paesi? E soprattutto, cosa possiamo fare per gestire il fenomeno in modo umano e intelligente?», continua Sella evidenziando ancora una volta il punto fondamentale che la narrazione sulla sicurezza spesso trascura: «La vera sicurezza non si costruisce con i rimpatri forzati o con la repressione. La sicurezza si costruisce con politiche di inclusione, di accoglienza e di integrazione reale, che permettano ai migranti di inserirsi nella società, lavorare e contribuire al benessere comune».

Realismo e dignità

Per questo, Don Bosco 2000 ribadisce la necessità di investire in istruzione, lavoro e accoglienza diffusa, piuttosto che in nuove strutture di detenzione: «Questa strategia di criminalizzazione dell’immigrazione è un vicolo cieco. Chiudere gli occhi di fronte alla realtà non cambierà i flussi migratori, che continueranno ad esserci. Servono soluzioni intelligenti e rispettose della dignità umana, non l’ennesima politica repressiva che non farà altro che aumentare tensioni e ingiustizie”, conclude Agostino Sella.

Nella foto in apertura, di Claudio Furlan/Lapresse. una manifestazione a Milano contro i Cpr dell’aprile 2024

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