Donne che fanno la differenza

Rachele Michelacci, l’innovazione sociale è donna

Oltre l’empatia, la collaborazione e la capacità di creare rete: le donne portano una serie di caratteristiche che si rivelano strategiche nella gestione di realtà complesse. Ne abbiamo parlato con Rachele Michelacci, brillante vicepresidente dell'Associazione italiana sclerosi multipla

di Nicla Panciera

rachele Michelacci incarna perfettamente il valore della leadership femminile nel Terzo settore, dimostrando come l’empatia, la collaborazione e la capacità di creare rete possano generare un impatto significativo e duraturo. Quarantotto anni, originaria di Pistoia, vive una carriera professionale che unisce il mondo della formazione finanziata e del sostegno alle persone.

La sua vita cambia nel 2006: la diagnosi di sclerosi multipla modifica la sua prospettiva sulla vita e sul mondo. Nel 2013 si avvicina all’Associazione italiana sclerosi multipla – Aism e, da allora, ha deciso di mettere le sue competenze al servizio dell’associazione, fino a diventarne vicepresidente nazionale nel 2019, ruolo che ricopre tuttora.

«Non è stato un modo per affrontare la malattia» dice. «L’incontro con Aism è diventata anche un’opportunità per trasformare un’esperienza personale in un impegno collettivo. Sono entrata in contatto con una rete di persone che condividono la stessa sfida e mi sono sentita parte di un progetto più grande». Se dovesse dire il regalo più grande che Aism le ha fatto, è «stata la possibilità di esprimere la mia leadership e di contribuire in modo concreto al cambiamento».

Incontro donne di Aism

Con una particolare attenzione alle donne, e non solo perché la sclerosi multipla è una malattia prevalentemente femminile, ma perché le donne sono a rischio di una discriminazione multipla. Michelacci si è occupata del progetto I>DEA, recentemente concluso, il progetto #Cambiailfinale e il progetto LED: «Tutti affrontano la  discriminazione multipla che molte donne con sclerosi multipla e in generale con disabilità vivono, sia come donne che come persone con disabilità. L’obiettivo è creare consapevolezza, ma soprattutto offrire strumenti concreti per migliorare la qualità della vita delle donne con SM. Non si tratta solo di sensibilizzazione, ma di costruire una rete di supporto concreta che coinvolga servizi sociali, istituzioni e associazioni per fornire un aiuto efficace e duraturo».

Il Terzo settore sembra offrire più spazio alle donne, proprio per la natura stessa del lavoro sociale, che richiede un approccio inclusivo, collaborativo e orientato alla comunità

Rachele Michelacci, vicepresidente nazionale Aism

C’è ancora molto da fare, in una società in cui il gender gap non si risolve, come mostrano i dati sull’occupazione, il divario nelle retribuzioni e nella presenza femminile nei ruoli apicali. «Nonostante i passi avanti, il gender gap nei ruoli apicali è ancora una realtà. Le donne, pur dimostrando grandi capacità di leadership, si trovano spesso di fronte a ostacoli che ne limitano l’accesso a posizioni di vertice» spiega Michelacci. «Tuttavia, il Terzo settore sembra offrire più spazio alle donne, proprio per la natura stessa del lavoro sociale, che richiede un approccio inclusivo, collaborativo e orientato alla comunità».

Rachele Michelacci a “Giovani oltre la SM”, Roma, 30 novembre – 1 dicembre 2024

Eppure, il divario di genere non è un “problema delle donne” e comunque, come spiegano i tecnici e confermano le statistiche, dalla partecipazione femminile al mondo del lavoro e ai processi decisionali tutti avrebbero da guadagnare. Inoltre, conclude Michelacci concentrandosi sul Terzo settore. «Le donne portano una serie di caratteristiche che si rivelano strategiche nella gestione di realtà complesse come quelle del Terzo settore. La capacità di costruire reti, di ascoltare e di creare ambienti di lavoro partecipativi sono elementi chiave che fanno la differenza. Inoltre, la leadership femminile tende a essere più attenta alla sostenibilità e all’innovazione sociale, promuovendo progetti di lungo periodo con un impatto reale sulla comunità».

Foto di Aism

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