Volontariato

L’Afghanistan 2004? Il paradiso dell’oppio

Dal ''Rapporto sulla produzione di oppio in Afghanistan'' presentato oggi dall'Ufficio Onu contro la Droga e il Crimine (Unodc), la coltivazione è aumentata del 64% rispetto al 2003

di Paolo Manzo

Nel 2004 la coltivazione di oppio in Afghanistan è aumentata del 64% rispetto all’anno scorso. E’ quanto emerge dal ”Rapporto sulla produzione di oppio in Afghanistan” presentato oggi dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc). ”Oggi in Afghanistan la droga rappresenta un chiaro ed ineludibile pericolo”, ha dichiarato Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell’Unodc. ”Con 131mila ettari dedicati alla coltivazione di oppio, quest’anno l’Afghanistan ha totalizzato un doppio record: la più estesa coltivazione di droga nella storia del Paese e la maggiore a livello mondiale”, ha proseguito Costa durante la presentazione del rapporto nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles. Nonostante le cattive condizioni metereologiche e una patologia delle colture abbiano abbassato il rendimento per ettaro di quasi il 30%, portando a una produzione totale di 4.200 tonnelate – prosegue il rappporto dell’Unodc – si rileva comunque un aumento del volume di oppio prodotto pari al 17% rispetto al 2003. ”Il decremento della produttività per cause naturali ha contenuto la produzione di oppio ad un livello che rimane inferiore a quello del picco talebano del 1999, di 4.600 tonnellate”, si legge ancora nel documento. ”Negli annali dell’Afghanistan il 2004 apparirà assai contraddittorio – ha sottolineato Costa durante la presentazione del Rapporto – Il progresso politico verso la democrazia è culminato nell’elezione quasi plebiscitaria del presidente Hamid Karzai. Questo eccellente risultato va a riconoscimento del coraggio e della determinazione di Karzai. E tuttavia, la coltivazione dell’oppio, che si sta propagando come un incendio attraverso il Paese, potrebbe in definitiva incenerire tutto: democrazia, ricostruzione e stabilità”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA