Non profit

Più Dai, Meno Versi. Tutto sbagliato, tutto da rifare

Il governo, dopo che l'opposizione ha ritirato tutti i suoi emendamenti, fa altrettanto. La Più Dai, Meno Versi salta. Se ne riparlerà al Senato

di Ettore Colombo

Roma, Montecitorio – nostro servizio.

Dopo una giornata convulsa e nervosa, che ha visto l’opposizione attaccare a testa bassa il ministro dell’Economia Siniscalco, che è intervenuto in aula solo nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 16 novembre, ma che “ha dato nessuno chiarimento” – lo ha attaccato subito il capogruppo dei Ds Violante – “sulle cifre reali della legge Finanziaria”, anche i capigruppo della Cdl, al termine di una riunione che si è protratta alla Camera fino a tarda sera, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e dello stesso ministro Siniscalco, hanno deciso di ritirare tutti i loro emendamenti.
Di mezzo, c’è finita anche la Più Dai, Meno Versi, provvedimento che – trasformato in subemendamento all’interno del maxi emendamento Crosetto, relatore di maggioranza della legge Finanziaria, era sul punto di passare. Cioè di essere approvata con il voto favorevole e bipartisan della Camera. Invece, il braccio di ferro frontale tra maggioranza e opposizione ma sopratuttto il marasma interno alla maggioranza – i cui tecnici, nella notte di ieri si riunivano per decidere cosa mettere in Finanziaria e cosa no – hanno causato il blocco di tutti gli emendamenti che attendevano votazione. Oggi, alla Camera, si svolgerà una semplice, rapida e di fatto inutile votazione solo sull’articolato di Finanziaria, poi la palla passerà al Senato. Lì il governo cercherà di mettere una pezza ai mancati introiti derivati dalla inaspettata approvazione dell’emendamento Boccia (Margherita) che, durante la scorsa settimana, ha stravolto la legge fondamentale di bilancio dello Stato. Lì, al Senato, si giocherà da martedì prossimo 23 novembre l’ennesima partita anche per quanto riguarda la possibile approvazione della Più Dai, Meno Versi. “Ricominceremo tutto da capo”, spiega a Vita l’onorevole Iannone (Fi), presentatore con l’onorevole Benvenuto (Ds) della proposta di legge n. 3459, la deducibilità fiscale delle donazioni, tanto attesa dal mondo del non profit e che, limata in alcune delle sue parti, era pronta per essere approvata. Purtroppo non è andata così. La palla, ora, passa al Senato della Repubblica. Ai lettori di Vita e al popolo del Terzo Settore il compito di far sentire la loro voce con i senatori, come hanno fatto a migliaia con le emai ai deputati, in questi giorni, perché una legge così importante veda finalmente la luce.

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