Cultura

Sei straniero? Non ti affitto casa

in Italia il 57% degli affittuari di cinque citta' del nord Italia e di sette del centro sud sono contrari ad affittare agli immigrati

di Gabriella Meroni

È l’accesso all’alloggio la principale discriminazione razziale per gli immigrati: lo dice un’indagine condotta nel 2003 dall’ Associazione piccoli proprietari di case (Appc) e riportata nel dossier 2004 della Caritas. L’accesso all’ alloggio e’ solo uno degli atteggiamenti razziali del nostro paese contro i quali da oggi e’ operativo, al Ministero per le pari opportunita’, l’ Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Dall’indagine Appc e’ emerso che il 57% degli affittuari di cinque citta’ del nord Italia e di sette del centro sud sono contrari ad affittare agli immigrati. La maglia nera spetta a Bologna con il 95% dei contrari, seguita da Perugia (70%), Firenze (62%), Milano (60%) e Napoli (55%). Mentre le citta’ piu’ aperte agli stranieri sono Torino, in cui i favorevoli sono il 65%, Bari (54%), Genova (52%) e Roma (51%). Roma risulta poi – secondo un’ indagine dell’ associazione per le liberta’ A buon diritto – la citta’ a piu’ alto numero di aggressioni a sfondo razzistico, mentre Napoli e’ la citta’ piu’ tollerante fra le citta’ di grandi dimensioni. Musulmani, ebrei ed extracomunitari sono le tre minoranze culturali verso cui il pregiudizio razzista risulta piu’ marcato. Lo sottolinea uno studio del Dipartimento ricerca sociale dell’ Universita’ La Sapienza – realizzato su un campione di 2.200 persone tra i 14 e i 18 anni – che, fra l’altro, evidenzia un forte grado di razzismo fra i giovani: quasi il 50% degli intervistati ritiene che gli immigrati ”debbano tornarsene a casa loro”. Inoltre, i sentimenti di intolleranza sono piu’ diffusi tra chi dichiara un’ appartenenza agli ambienti di destra e l’orientamento religioso cattolico non sembra agevolare l’apertura. Sempre secondo questa indagine, solo il 23% ritiene che le differenze culturali possano costituire un arricchimento per la societa’; piu’ diffuso, invece, un atteggiamento di rassegnazione e accettazione. Le paure maggiori sono quelle di un accerchiamento e della perdita della propria identita’ oltre che delle proprie tradizioni. Molto meno sentita, invece, la paura che gli immigrati possano togliere lavoro agli italiani. Secondo i ricercatori dell’ Universita’ di Roma questo spaccato non riflette, pero’, in maniera omogenea la situazione della penisola. L’intolleranza e’, infatti, diffusa soprattutto nel profondo Nord, in particolare nel Friuli Venezia Giulia e in Lombardia, e spesso tra i ragazzi la predisposizione verso gli stranieri e’ ambivalente. Da un lato, infatti, i giovani colgono il carattere di novita’ del fenomeno ma anche quello di conflittualita’ e pericolosita’. Di conseguenza, molti di loro oscillano tra la continua ricerca di strumenti di comprensione e il bisogno di nascondersi dietro le sicurezze offerte dalle ideologie, tra cui quella xenofoba.


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