Famiglia

Johnson & Johnson: è l’azienda con la migliore reputazione

Lo dice un sondaggio di Harris Interactive

di Francesco Maggio

La stagione di scandali vissuta dalle società americane negli ultimi anni, l?utilizzo, spesso in maniera massiccia, dell’outsourcing, le eccessive retribuzioni garantite agli amministratori delegati di Corporate America lasciano segno cambiando, in maniera decisiva, la classifica della credibilità stilata nei loro confronti dai cittadini statunitensi. Secondo un sondaggio condotto da Harris Interactive sulle società con la migliore e la peggiore reputazione, a pagare sono state le aziende maggiormente coinvolte nelle irregolarità finanziarie smascherate nel recente passato – come Enron e Mci, la ex Worldcom – mentre hanno riportato risultati lusinghieri società dai fondamentali solidi e buone tradizioni di mercato tenutesi lontano da scandali vari. In fondo alla classifica languono, infatti, Enron e Mci, (autrici dei due fallimenti più ampi della storia), Halliburton (la ex società del vicepresidente Cheney, al centro di indagini per gli appalti strappati nella ricostruzione), Adelphia Communications (in bancarotta e con i suoi fondatori condannati per frode) e Martha Stewart Living Omnimedia, orfana della sua fondatrice in carcere per intralcio della giustizia. Sull?altro versante, quello delle aziende con la migliore valutazione brillano la produttrice farmaceutica Johnson & Johnson (da sei anni consecutivi in prima posizione), quella del nastro adesivo Scotch, 3M e Coca Cola. Scorrendo la classifica di Harris Interactive – che individua il comportamento di 60 aziende internazionali – spiccano le posizioni di retroguardia ritagliate da colossi come General Electric, General Motors e Aol Time Warner, rispettivamente ventiduesima, trentacinquesima e quarantaduesima, ma in passato tra le prime della classe quanto a stima dei cittadini a stelle e strisce. Male anche la Walt Disney – scesa in sedicesima posizione dopo anni di onorata presenza nella top ten delle virtuose – a causa della gestione imposta dal suo amministratore delegato, Michael Eisner e definita ”senza anima” da molti degli intervistati da Harris Interactive.


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