Giornata contro le discriminazioni

Perché l’Italia ha gli anticorpi a Milei e ai suoi insulti alle persone con disabilità

Imbecilli, idioti e ritardati: così il governo del presidente argentino Javier Milei parlerà delle persone con disabilità nei documenti ufficiali e nelle pratiche che li riguardano. Una riflessione sulla situazioni italiana: «Grazie alla Costituzione, alla ratifica della Convenzione Onu e al lavoro decennale del movimento associativo, qui abbiamo gli anticorpi per reagire alle discriminazioni»

di Vincenzo Falabella

Javier Milei, Presidente dell'Argentina, interviene a 'Atreju 2024', meeting organizzato da 'Fratelli d'Italia'

Le recenti dichiarazioni del governo argentino guidato da Javier Milei, che nei documenti ufficiali, nelle pratiche che li riguardano e nelle classificazioni andrà a definire le persone con disabilità come “idioti”, “imbecilli” e “ritardati”, hanno suscitato indignazione a livello internazionale. Tali insulti non solo sono gravemente offensivi, ma rivelano anche una visione retrograda e discriminatoria nei confronti di una parte vulnerabile della popolazione, che meriterebbe invece sostegno, rispetto e piena inclusione. Le parole del governo argentino non rappresentano un semplice errore linguistico, ma sono il riflesso di un atteggiamento politico che potrebbe minare i progressi fatti nel garantire i diritti delle persone con disabilità e nel favorire la loro integrazione sociale.

A livello internazionale, queste dichiarazioni contrastano fortemente con i principi sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (Crpd), un trattato che impegna gli Stati firmatari a garantire l’uguaglianza, il rispetto e la dignità di tutte le persone con disabilità. La Convenzione, adottata nel 2006, stabilisce che le persone con disabilità debbano godere dei diritti umani e delle libertà fondamentali in condizioni di parità con gli altri. In particolare, l’articolo 1 sottolinea che l’obiettivo è «promuovere, proteggere e assicurare il godimento di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità», mentre l’articolo 8 evidenzia l’importanza di combattere gli stereotipi e le discriminazioni basate sulla disabilità. Le dichiarazioni di Milei non solo violano questi principi, ma rischiano di rafforzare pregiudizi e discriminazioni radicate nella società, ostacolando l’inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita.

In Argentina, e non solo, queste affermazioni hanno sollevato giustamente preoccupazioni circa le politiche pubbliche riguardanti i diritti delle persone con disabilità. Il linguaggio denigratorio utilizzato dai rappresentanti del governo potrebbe aprire la strada a politiche che non solo non favoriscono l’inclusione sociale, ma potrebbero anche aggravare la marginalizzazione di queste persone. Le organizzazioni che operano nel campo dei diritti delle persone con disabilità temono che la retorica politica di Milei possa avere ripercussioni pratiche, riducendo l’accesso a servizi essenziali come l’istruzione, la sanità e l’integrazione lavorativa.

Le parole di Milei potrebbero avere effetti in Italia?

Le dichiarazioni di Milei non avranno un impatto diretto nel nostro Paese. Questo non solo per la solida cultura italiana di inclusività, ma anche grazie all’impegno formale assunto dal nostro paese con la ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. L’Italia ha firmato e ratificato il trattato nel 2009, impegnandosi a garantire i diritti delle persone con disabilità e a promuovere politiche che ne favoriscano l’integrazione. Il nostro ordinamento giuridico tutela i diritti delle persone con disabilità, in particolare attraverso l’articolo 3 della Costituzione Italiana, che sancisce il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini, senza distinzione di condizione fisica o mentale. La Costituzione afferma che «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini» (art. 3, comma 2), principio che include le persone con disabilità, garantendo loro pari opportunità sociali, economiche e politiche.

L’Italia, da anni, ha adottato leggi e politiche che favoriscono l’inclusione delle persone con disabilità, come la legge 104 del 1992, che promuove la loro partecipazione attiva nella società. Questa legge prevede misure volte a garantire l’accessibilità, l’integrazione scolastica, l’inclusione nel mondo del lavoro e il miglioramento della qualità della vita, in linea con i principi della Convenzione Onu.

Il ruolo del movimento associativo

Un elemento fondamentale di questo progresso è rappresentato dal lavoro instancabile del movimento associativo italiano. Le numerose associazioni che operano in questo settore, molte delle quali radicate nella storia sociale e culturale del nostro Paese, svolgono un ruolo cruciale nel costruire una cultura di uguaglianza e inclusione. Queste organizzazioni, che coinvolgono milioni di persone, famiglie e professionisti, sono protagoniste non solo nell’assicurare l’accesso a servizi e opportunità, ma anche nel promuovere una visione della società che valorizza e rispetta le differenze. Il movimento associativo italiano è sempre in prima linea nel sensibilizzare l’opinione pubblica e nel fare pressione sulle istituzioni affinché vengano adottate politiche rispondenti alle reali esigenze delle persone con disabilità. Le campagne di sensibilizzazione, le attività educative nelle scuole, i progetti di inclusione sociale e le iniziative legali a tutela dei diritti sono solo alcune delle azioni che combattono quotidianamente la discriminazione.

Queste organizzazioni, che coinvolgono milioni di persone, famiglie e professionisti, sono protagoniste non solo nell’assicurare l’accesso a servizi e opportunità, ma anche nel promuovere una visione della società che valorizza e rispetta le differenze

Questo impegno continuo ha contribuito a mantenere alta l’attenzione sulle tematiche della disabilità, stimolando un dibattito pubblico che ha portato a un ripensamento delle politiche sociali e alla diffusione di una cultura che riconosce le persone con disabilità come parte integrante della comunità. In tal modo, l’Italia ha consolidato una visione più inclusiva e giusta, dove i diritti delle persone con disabilità sono considerati essenziali per la giustizia sociale. Anche di fronte a episodi come le dichiarazioni di Milei, il movimento associativo italiano continua a rappresentare una forza determinante per garantire che ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione, possa vivere una vita piena e dignitosa.

Anche di fronte a episodi come le dichiarazioni di Milei, il movimento associativo italiano continua a rappresentare una forza determinante per garantire che ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione, possa vivere una vita piena e dignitosa

La solidità culturale dell’Italia in tema di disabilità si fonda su un impegno profondo verso i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà. Le politiche italiane, pur con margini di miglioramento, sono orientate a rafforzare l’inclusione sociale e l’uguaglianza delle persone con disabilità. In questo contesto, le dichiarazioni di Milei non intaccheranno la consapevolezza e l’impegno della nostra società, che continua a promuovere un modello di civiltà e giustizia sociale, dove ogni persona, indipendentemente dalle sue condizioni fisiche o mentali, ha diritto a una vita piena e dignitosa.

Le provocazioni e gli anticorpi

Tuttavia, è importante sottolineare che l’Italia, pur avendo compiuto significativi progressi, non è immune da situazioni simili a quelle verificatesi in Argentina. In passato, anche nel nostro Paese ci sono stati episodi e dichiarazioni che hanno suscitato preoccupazione e indignazione. Si pensi, ad esempio, alle parole di alcuni personaggi pubblici come il sociologo Galimberti o lo storico ed editorialista Galli Della Loggia, che in diverse occasioni hanno utilizzato espressioni offensive nei confronti delle persone con disabilità, alimentando pregiudizi e stereotipi dannosi. L’Italia ha sempre mostrato una grande capacità di reagire a queste provocazioni, respingendo fermamente ogni forma di discriminazione. Questo avviene perché il nostro Paese è profondamente ancorato ai principi della Costituzione Italiana, che rappresenta un pilastro della democrazia e della giustizia sociale. La nostra Costituzione riconosce il diritto di tutti i cittadini a essere uguali di fronte alla legge, senza distinzione di condizione fisica o mentale, e impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza.

L’Italia rifiuta ogni pregiudizio

Il forte senso di rispetto e dignità che permea la cultura italiana, sostenuto dalla Costituzione, fa sì che ogni tentativo di marginalizzazione o esclusione venga contrastato con determinazione. L’Italia si distingue per la sua capacità di far prevalere i valori di solidarietà, inclusione e uguaglianza. La reazione della società civile, delle istituzioni e del movimento associativo dimostra che l’Italia è un paese che rifiuta fermamente ogni tipo di pregiudizio. Le dichiarazioni di singoli non possono minare i principi fondamentali che guidano il nostro paese, né scalfire l’impegno di chi lavora ogni giorno per costruire una società più equa, rispettosa e inclusiva.

In conclusione, le parole del governo argentino rappresentano un allarmante passo indietro, che non solo danneggia direttamente le persone colpite, ma minaccia anche i valori fondamentali di una società civile. Tuttavia, in Italia, il rispetto per i diritti delle persone con disabilità rimane saldo, grazie ai principi costituzionali e alle leggi in vigore, supportati dalla ratifica della Convenzione Onu. Ogni volta che emergono affermazioni di questo tipo, è fondamentale condannarle apertamente e rafforzare l’impegno per una cultura inclusiva, rispettosa e consapevole. Sono convinto che, in un contesto di solidarietà e impegno continuo, l’Italia continuerà a difendere i diritti delle persone con disabilità, opponendosi fermamente a ogni tentativo di discriminazione o esclusione sociale.

Vincenzo Falabella è presidente Fish e consigliere del Cnel. In foto, Javier Milei, presidente dell’Argentina, interviene a “Atreju 2024”, il meeting di Fratelli d’Italia. Foto di Stefano Carofei/Sintesi

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