Mondo

Uganda, governo dichiara cessate il fuoco

Un segnale molto positivo secondo le ong e i missionari nel Nord del Paese

di Emanuela Citterio

Dopo quasi vent’anni di terrore, un segnale positivo nella terra martoriata del Nord Uganda. Sono diminuiti di molto negli ultimi mesi gli attacchi del Lord resistence army, la banda che arma i bambini rapiti guidata da Joseph Kony. A conferma che si sia di fronte a una possibilità importante di svolta è un gesto del governo ugandese, che ha dichiarato il cessate il fuoco unilaterale di una settimana, che interessa una vasta zona dei distretti settentrionali del Paese fino al confine col Sudan. “Un segnale estremamente positivo” secondo le fonti religiose contattate dall’agenzia Misna in nord Uganda. La tregua, infatti, è la risposta ufficiale del governo all’appello per un negoziato di pace lanciato una decina di giorni fa sulle frequenza di una radio locale e di una internazionale da Sam Nkolo, portavoce del gruppo armato che da oltre 18 anni sconvolge il nord Uganda. “Durante le ultime sei settimane, seppur in maniera molto discreta, il governo e altri interlocutori hanno avuto contatti molto seri con i ribelli. Anche la comunità internazionale è stata coinvolta e tutti concordano nel sostenere che ci sono segnali molto positivi per una soluzione della crisi”, spiega la fonte missionaria della Misna. Fonti dell’agenzia concordano nel sostenere che il gruppo ribelle nelle ultime settimane è stato fortemente indebolito sia dalle azioni lanciate dall’esercito regolare ugandese nel nord del Paese che in sud Sudan – dove i ribelli hanno i loro campi base e le loro roccaforti – sia dal gran numero di defezioni di appartenenti al Lra che hanno deciso di lasciare la foresta e beneficiare dell’immunità concessa dal governo. Dal 1986, i ribelli dell’Lra hanno ucciso oltre 100mila persone, sequestrato 25.000 minori e causato circa un milione e mezzo di sfollati.


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