Cultura
La finanza etica entra in convento
Appello alle econome salesiane: attenzione alle realtà che si sostengono con i risparmi e i depositi bancari
”In passato dicevamo che un modo di partecipare alla vita sociale era sostanzialmente l’uso del voto. Oggi non basta”. Sono le parole di mons. Paolo Tarchi, direttore dell’ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, alle quaranta “econome” salesiane (le Figlie di Maria Ausiliatrice) radunate a Roma fino al 23 novembre.
Le suore convenute a Roma sono le incaricate della gestione economica delle varie comunità salesiane europee e del mondo, e approfondiscono il tema dell’economia per coniugarla con ”’solidarieta’ e sviluppo umano sostenibile”’. Parlare di economia, ha continuato Mons Tarchi, significa parlare di ”consumo e risparmio”. Si tratta di altri due modi con cui ”possiamo determinare le scelte anche di macroeconomia e di finanza”. Il consumo critico e’ un ”nuovo modo intelligente che sta crescendo nella sensibilita’ del cittadino per potere votare, attraverso l’acquisto dei prodotti, quelle imprese in base al merito” che hanno ”la tracciabilita’ del percorso trasparente” ed in ogni passaggio della produzione si possa riconoscere che ”sono stati rispettati i valori”, in modo particolari quelli che riguardano la persona umana, cioe’ dignita’ e lavoro. Un terzo elemento in possesso dei singoli cittadini ”ed anche nelle mani delle vostre comunita’ e’ la scelta a chi affidare i vostri risparmi”. Per fare questo la domanda necessaria e’ di ”chiedere sempre e di piu’ agli istituti di credito di essere trasparenti nei loro investimenti”.
Non e’ piu’ sufficiente ”l’etica della finanza” e indispensabile pure ”l’etica nella finanza”. La prima richiama quegli atteggiamenti deontologici che ogni professione e’ chiamata ad assumere come ”la trasparenza, l’onesta’ tutte qualita’ certificate dai codici che le singole banche si danno. Questa deontologia e’ necessaria ma non e’ sufficiente, occorre che esistano dei valori verso il quale le risorse finanziarie vengano orientate”.
Se i risparmi, consegnati ad una banca, alimentano il commercio delle armi, delle droghe tutte quelle cose che noi conosciamo non e’ piu’ sufficiente che gli operatori che lavorano all’interno di quella banca abbiano fatto procedure corrette ”sono le finalita’ che non sono buone dunque chiedono a noi di intervenire”. Parliamo di Etica della finanza e pure di etica nella finanza, ossia ”della prospettiva che questi hanno”. Se sono ”a favore di uno sviluppo reale”. Tutto cio’ significa ”chiedere la trasparenza dell’utilizzo dei risparmi che voi affidate alle varie banche. Se questi li utilizzano per paradisi fiscali diciamo che questa banca non rispetta dei criteri valoriali. Spostiamo quindi il capitale in banche che hanno tali criteri”.
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