Il caso

Milano, il Comune non adegua le tariffe: servizi a rischio per 800 bambini con disabilità

La sostenibilità del sistema nei nidi e nelle scuole dell'infanzia non può più essere garantita. L'allarme dalle imprese sociali: «L'aumento del costo del personale successivo al rinnovo del contratto dello scorso anno non può ricadere soltanto sul gestore privato di un servizio che è pubblico»

di Daria Capitani

C’è l’esasperazione per una situazione che non si sblocca e che rischia di diventare presto insostenibile nel comunicato congiunto diffuso ieri dalle cinque cooperative sociali che si occupano dei servizi educativi di sostegno nei nidi e nelle scuole dell’infanzia del Comune di Milano. Servizi fondamentali su cui gravitano oltre 800 bambini con disabilità e le loro famiglie che, in assenza di una risoluzione, potrebbero non essere garantiti.

L’antefatto

L’antefatto è il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori delle cooperative sociali (ne abbiamo scritto qui), avvenuto all’incirca un anno fa, con un aumento della remunerazione intorno al 15%. Un importante adeguamento retributivo scandito in modo graduale a partire da febbraio 2024 (l’ultima tranche sarà a ottobre) che le cooperative si sono impegnate a riconoscere fin da subito ai propri lavoratori, nonostante le trattative con gli enti pubblici fossero in corso. A fronte di maggiori costi del personale, che dalla cooperativa Nuova Assistenza definiscono «imprevedibili, perché nella storia della cooperazione sociale non c’era mai stato un aumento di questa entità», le imprese sociali si sono rivolte ai Comuni per chiedere un adeguamento delle tariffe per l’erogazione del servizio. «Alcuni enti hanno riconosciuto la richiesta delle cooperative in toto, altri in modo parziale. Nel caso del Comune di Milano, nonostante numerosi solleciti, le trattative hanno visto negare a tutti i gestori la revisione sulle tariffe proposte in sede di gara».

Serve un intervento urgente

Di qui la richiesta, urgente, di un incontro, firmata da Accento, Cadiai, Consorzio Blu, Nuova Assistenza e Orsa Progetto A. Sono gli attuali gestori in appalto dei servizi di sostegno alle bambine e ai bambini con disabilità nei nidi e nelle scuole dell’infanzia del Comune di Milano. Attive in tutta Italia, operano nei servizi alla persona impiegando complessivamente oltre 15mila lavoratrici e lavoratori (circa 500 soltanto sul territorio di Milano), garantendo quotidianamente, in collaborazione con gli enti pubblici, interventi educativi e di cura fondamentali per la comunità. «Nonostante i numerosi tentativi di avviare un dialogo costruttivo così come intrapreso con altre amministrazioni», spiegano, «l’assenza di confronto e la mancata presa in carico del problema da parte del Comune di Milano aggrava ulteriormente la situazione. Finora, il grande senso di responsabilità delle cooperative ha permesso di evitare ripercussioni dirette su bambini e famiglie, ma la sostenibilità del servizio non può più essere garantita senza un intervento concreto da parte della committenza. Nella cooperazione privata il costo del personale rappresenta l’80 per cento delle spese: l’aumento della remunerazione dei lavoratori non può ricadere in toto sul gestore privato di un servizio che è pubblico».

A rischio il sistema educativo

Di fronte a questa criticità, i gestori non escludono «la possibilità di una risoluzione anticipata dei contratti per eccessiva onerosità sopravvenuta, come previsto dalla normativa. Un’amministrazione attenta ai bisogni di bambine, bambini e lavoratori dovrebbe avere come obiettivo principale la creazione di un contesto di benessere per tutti i cittadini, in cui i servizi educativi siano riconosciuti come pilastro essenziale», aggiungono. «A rischio c’è la stabilità del sistema educativo della città».

La fotografia in apertura è di Bbc creative su Unsplash

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