Welfare

Carcere, a ruba il vino dei detenuti di Velletri

Successo senza precedenti per il novello "Fuggiasco". Presto sulle tavole arriverà anche un Chardonnay

di Stefano Arduini

Se non fosse irriverente si potrebbe dire che il vino prodotto dai detenuti del carcere di Velletri e’ andato letteralmente ”a ruba”. Eppure, quale che sia la forma usata, la realta’ e’ proprio questa. L’intera produzione di novello 2004, oltre cinquemila bottiglie di vino chiamato ”Fuggiasco”, e’ gia’ stata venduta: duemila bottiglie nel circuito carcerario, le altre tremila sono finite sugli scaffali di negozi e supermercati italiani ed esteri. E’ la prima volta in Italia che un vino prodotto da detenuti viene immesso sul mercato esterno. La produzione 2004 del Novello e’ stata presentata nella casa circondariale di Velletri con una cerimonia cui hanno presenziato anche l’assessore provinciale al Lavoro Gloria Malaspina e l’ex ministro della Giustizia Filippo Mancuso.

Il carcere di Velletri e’ una struttura che ospita 350 detenuti dove, circa 6 anni fa, venne avviato l’esperimento di realizzare una sorta di orto. Da quella esperienza e’ nata un’azienda agricola di circa 6 ettari, una cantina da 50mila bottiglie per la produzione del vino con sistemi di vinificazione d’alta qualita’, un frantoio che ha prodotto 1.500 litri d’olio e un laboratorio per la produzione di confetture e succhi di frutta in grado di lavorare fino a 100 chili di prodotto l’ora. All’interno dell’azienda agricola un apiario con oltre 30 arnie, oltre 600 piante da frutto, 400 olivi, 100 viti per uva da tavola e tre ettati di vigneti per produzioni di qualita’ di uve bianche (Trebbiano e Toscano e Lavasia di Candia) e rosse (Merlot, Sangiovese e Cabernet). Il sistema e’ gestito dalla cooperativa vinicola onlus ”Lazzaria”, creata nel luglio 2003 con un duplice scopo: consentire la commercializzazione dei prodotti all’ esterno del circuito carcerario e sfruttare i benefici della legge Smuraglia (che riconosce agevolazioni fiscali per chi assume detenuti) per creare opportunita’ di lavoro fra i detenuti. Attualmente nell’attivita’ agricola (che secondo il tecnico agrario Rodolfo Craia sfrutta solo il 50% delle potenzialita’)sono impiegati 15 detenuti addetti alla commercailizzazione del vino e alla gestione della cantina, del frantoio e delle coltivazioni. L’amministrazione, da parte propria, contribuisce con il personale di polizia penitenziaria e attraverso la concessione in comodato d’uso di ambienti produttivi e terreni coltivati. ”L’attivita’ della cooperativa Lazzaria non finisce con il novello – ha detto il presidente della coop Stefano Lenci – a dicembre arrivera’ sul mercato anche il bianco Chardonnay”. ”Stiamo facendo sforzi per aumentare la produzione creando maggiori opportunita’ di lavoro – ha detto il direttore del carcere Giuseppe Makovec – E speriamo di poter presto organizzare veri e proprio corsi professionali”. E intanto, sfruttando l’esperienza positiva della cooperativa ”Lazzaria”, nel carcere e’ nata un’altra coop la ”Sfera Service”, che si occupa della cura del verde pubblico di Velletri attraverso due detenuti autorizzati dalla direzione al lavoro esterno.

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