Welfare
Nord Uganda: brave le ong, un po’ meno i governi
Il presidente della commissione diritti umani del senato ha sottolinato l'opportunità un'azione internazionale in Nord Uganda
Una condizione “tragica”, con la popolazione che “vive nel terrore, in una situazione di grave disagio e di offesa dei diritti umani, al limite del genocidio”. Ha definito così la situazione umanitaria in nord Uganda il senatore Enrico Pianetta, durante un convegno organizzato in campidoglio dalla Fondazione Piero e Lucille Corti onlus in collaborazione con il Comune di Roma.
Pianetta, che presiede la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, ha anche riferito di una proposta del governo italiano che però non ha avuto più seguito.
“In questo momento a noi sembra quanto mai opportuna un’azione internazionale” ha detto Pianetta “Tentativi di pacificazione sono stati esperiti da alcune istituzioni e fondazioni, ed è stata interessata la Comunità di Sant’Egidio. Il Governo italiano ha proposto di svolgere negoziati in una località terza, ma l’iniziativa purtroppo non ha avuto alcun seguito. Occorrerebbe conseguentemente favorire un intervento delle organizzazioni internazionali”.
“È da sottolineare il grande impegno della nostra cooperazione e di tante organizzazioni non governative in una regione così martoriata” ha sottolineato il senatore. “In particolare sono operazioni che operano nel settore sanitario. Tra queste la Commissione ha potuto visitare l’ospedale pubblico di Gulu, dove l’Avsi svolge il programma medico riabilitativo per la fabbricazione di protesi per vittime di guerra,e il Lacor Hospital della Fondazione Corti”. Il senatore ha ricordato in particolare la figura di Piero Corti e di sua moglie Lucille Teasdale, “che hanno dedicato la loro intera esistenza all’ospedale di Lacor a Gulu fino all’estremo sacrificio della vita”.
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