Salute

Aids: la Pfizer inaugura a Kampala un istituto per la lotta all’Aids

Presenti alla ceremonia di apertura il Presidente della Pfizer Hank McKinnel e Yoweri Museveni, Presidente della Repubblica ugandese

di Joshua Massarenti

Kampala (Uganda) – In pompa magna, è stato inaugurato ieri pomeriggio a Kampala l’Infectious Diseases Institute (IDI), un istituto di ricerca e di cura sull’Aids e sulle malattie infettive. L’inaugurazione si è svolta presso la prestigiosa Makerere University con la presenza di personalità di primissimo piano, tra le quali il Presidente della Reppublica ugandese Yoweri Museveni e Hank McKinnel, il Presidente della multinazionale farmaceutica “Pfizer Inc.”, promotrice di questo centro polivalente dedicato a persone colpite dal virus dell’Aids e di altre malattie infettive. “Questo è un giorno importante per l’Uganda e non solo” ha dichiarato McKinnel di fronte ad una platea di oltre 500 persone. “All’Università di Makarere saremo in grado di trattare molti più pazienti affette dal virus dell’Aids o da altre malattie infettive. Ciò gioverà all’intero continente africano”. Con queste parole, McKinnel ha provato a riassumere l’obiettivo di questo centro polivalente in cui la Pfizer ha investito oltre 15 milioni di dollari (poco di 12 milioni di euro): farne polo di eccellenza regionale per la prevenzione, la ricerca, la formazione e l’assistenza ai malati di Aids. Attraverso l’IDI, la Pfizer – in collaborazione con la Makerere University, l’ospedale ugandese di Mulago (Kampala), l’Ong statunitense Pangea Global Aids Foundation, l’Academic Alliance Foundation for Aids Care andf Prevention in Africa e l’Infectious Diseases Society of America, intende formare 250 specialisti africani di malattie infettive che, a loro volta, tornati nel loro Paese di orgine, formeranno del personale per la formazione, la ricerca e la cura di pazienti colpiti da queste malattie. “Siamom consapevoli che non risolveremo del tutto il problema dell’Aids che sta martoriando il continente, ma con la formazione di un personale medico competente potremmo moltiplicare il numero di ricercatori e specialisti dediti a curare i malati di Aids in Africa”. A detta del direttore Keith McAdam, “ogni anno, l’IDI sarà in misura di prendersi cura di oltre 50.000 pazienti. Abbiamo già ricevuto 8000 richieste di ricovero, tra cui si contano 3000 bambini”. A Vita, McAdam ha poi tenuto a sottolineare che “i pazienti verranno curati gratuitamente attraverso la distribuzione e la somministrazione di farmaci”, anche generici (in che misura non si sa), oppure “con la distribuzione a gratis del Diflucan”, un farmaco prodotto dalla Pfizer per combattere infezioni opportunistiche come la meningite da criptococco. Sulla logica di fondo che accomuna i partner coinvolti nell’IDI, si è espresso Merle Sande, presidente dell’Academic Alliance Foundation, per il quale “l’IDI riflette un nuovo modello di partnership tra ricercatori e medici del Nord del mondo e dell’Africa, tra imprese private e istituzioni pubbliche per la costruzione di nuove infrastrutture chiamate a combattere la diffusione dell’Aids”, per poi aggiungere che “L’IDI intende anche integrare i modelli di lotta all’Aids africani con quelli occidentali”, ovvero l’integrazione di medicine tradizionali con quelle industriali. In chiusura, si è espresso il Presidente ugandese Museveni, ricordando che “l’anno scorso in Uganda 70mila persone sono state colpite dal virus. Troppe, nonostante tutti i progressi compiuti dallo Stato ugandese nella sua lotta per la prevenzione contro la diffusione dell’Aids. Per questo motivo” ha aggiunto Museveni, “abbiamo bisogno di centri di cura, di prevenzione e di formazione come l’IDI, al quale lo Stato ugandese intende dare tutto il suo appoggio”.


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