Mondo

Uganda: rilasciato vicario episcopale. Rischia accusa per terrorismo

Lo riferiscono fonti della Misna a Gulu, capoluogo dell'omonimo distretto nord-ugandese

di Paolo Manzo

E’ stato rilasciato su cauzione padre Matthew Ojara, il vicario episcopale di Kitgum (nord dell’Uganda), arrestato la notte di lunedì 1 novembre durante un’operazione congiunta di esercito e polizia nella sua casa attigua alla chiesa di Cristo Re di cui è parroco. Lo riferiscono fonti della Misna a Gulu, capoluogo dell’omonimo distretto nord-ugandese, dove si trova il carcere in cui padre Ojara è stato trasferito poche ore dopo il fermo. ”Per il momento padre Matthew resterà a Gulu a disposizione dell’autorità giudiziaria perchè comunque le indagini stanno proseguendo” riferisce una fonte della Misna sul posto. Secondo fonti giornalistiche locali, lo Stato potrebbe accusare il religioso di aver violato la sezione 8 della legge anti-terrorismo del 2002, un capitolo che prevede anche la pena di morte per coloro che vengono ritenuti colpevoli di aver aiutato, finanziato o sostenuto atti di terrorismo. Le autorità ugandesi, soprattutto quelle militari, contestano -ufficialmente a padre Ojara non è stata mossa ancora nessuna accusa – al vicario di Kitgum presunte relazioni coi ribelli del sedicente Esercito di resistenza del signore (Lord’s resistance army, Lra), il gruppo armato che da 18 anni insanguina i distretti del nord del Paese. In particolare, indiscrezioni raccolte negli ambienti militari di Gulu e Kampala riferiscono che tra le prove contro il religioso si troverebbe la registrazione di un colloquio radiofonico avvenuto verso le 9 di mattina di domenica 31 ottobre a Kitgum tra un ribelle e padre Ojara. Secondo la versione dei militari, nella conversazione il religioso avrebbe consigliato ai ribelli di non partecipare ai colloqui di pace organizzati dal governo. In realtà fonti religiose, prosegue la Misna, sottolineano l’infondatezza della prova, visto che il 31 ottobre padre Ojara non si trovava a Kitgum, luogo della registrazione della conversazione incriminata, bensì a Gulu, ovvero a un centinaio di chilometri di distanza, dove è rimasto fino al 2 ottobre. I religiosi locali interpretano l’arresto di Ojara come un segnale intimidatorio nei confronti dei leader religiosi della zona, che da tempo cercano una soluzione negoziata al conflitto del nord Uganda, ritenendo che le azioni dei ribelli dell’Lra possano essere fermate non con operazioni militari ma con la persuasione del dialogo


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