Disabilità

Come funziona il cervello di chi ha un impianto cocleare al centro di nuove ricerche

Grazie alla collaborazione con l’associazione italiana Liberi di Sentire si aprono nuove prospettive per comprendere apprendimento e elaborazione dei suoni da chi indossa il dispositivo bionico. Gli studi condotti dal gruppo Seed del laboratorio MoMiLab della Scuola Imt di Lucca

di Redazione

Come elabora il linguaggio parlato una persona sorda che indossa un impianto cocleare? È questo uno dei punti di partenza della ricerca condotta dal gruppo Seed del laboratorio MoMiLab della Scuola Imt di Lucca guidato da Davide Bottari, ricercatore in Neuroscienze cognitive, che ora si arricchisce della collaborazione con l’associazione italiana Liberi di Sentire.

La sperimentazione

Grazie all’accordo, 14 soci sordi con impianto cocleare, emancipati sia da un punto di vista uditivo che espressivo provenienti da tutta Italia, sono stati sottoposti a una serie di valutazioni sperimentali nel laboratorio Open Lab della Scuola Imt.
Gli esperimenti hanno riguardato l’elaborazione del linguaggio e l’analisi di suoni ambientali attraverso metodiche quali l’elettroencefalogramma e test comportamentali o psicofisici.

Un dispositivo bionico

Una nota che definisce “innovazione straordinaria per trattare la sordità profonda”, l’impianto cocleare, spiega che si  tratta di un dispositivo bionico che trasforma i suoni in segnali elettrici, inviandoli direttamente al nervo acustico. Generalmente viene impiantato entro i primi anni di vita.

«Lo studio condotto alla Scuola Imt si pone obiettivi ambiziosi:» spiega Davide Bottari «verificare fino a che punto la tecnologia, supportata da protocolli riabilitativi, possa permettere alle persone sorde con impianto cocleare di sentire come una persona udente».

«Abbiamo conosciuto Bottari in occasione del congresso della Società Italiana di Otorinolaringoiatria Pediatrica tenutosi nel 2024 a Trieste» spiega Melissa Lonetti, presidente dell’associazione italiana Liberi di Sentire. «Abbiamo deciso di sostenere la ricerca del gruppo Seed della Scuola Imt con strumentazioni all’avanguardia e con un finanziamento da parte dell’associazione, che nasce nel 2013 con l’obiettivo di emancipare le persone sorde e fare informazione su tematiche di carattere scientifico legate alla sordità».

Il funzionamento cerebrale

A contribuire al progetto insieme a Davide Bottari c’è un team multidisciplinare composto da Alessandra Federici, Marta Fantoni, Francesca Collesei, Martina Battista ed Erica Iob. Un team che lavora da alcuni anni per comprendere il funzionamento cerebrale dei bambini sordi riabilitati all’udito mediante impianto cocleare, contribuendo in modo significativo agli studi sul tema.

Il gruppo ha già all’attivo diverse collaborazioni con alcuni ospedali pediatrici italiani, tra cui il Meyer di Firenze e il Burlo Garofolo di Trieste, dove viene studiato come i bambini con sordità profonda imparino a “sentire” attraverso l’uso di questo dispositivo bionico e a comprendere gli effetti causati del periodo di sordità che precede l’impianto.

In apertura Photo by Anastasiya Badun on Unsplash

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