Mondo

Costa d’Avorio: tensione sempre più alta

Stamane un aereo militare ha mitragliato un posto di blocco a Bouaké, roccaforte degli ex ribelli ivoiriani nel nord del Paese

di Joshua Massarenti

Che qualcosa di grave potesse capitare in Costa d’Avorio era nell’aria da parecchi giorni. Ormai, purtroppo, ci risiamo. Le armi hanno ripreso nuovamente a giocare il ruolo di protagonista in un conflitto che non sembra avere via d’uscita. E’ successo stamane, a nord i Bouaké, la roccaforte delle Forze Nuove (ex ribelli guidati da Guillaume Soro). Un aereo militare ha mitragliato un posto di blocco nella zona limitrofe settetrionale della città. Lo ha riferito all’Agence France Presse il comandante militare del settore di Bouaké, Cherif Ousmane. L’incidente sarebbe avvenuto alle 7h15, ore locali, e avrebbe visto la partecipazione di un secondo aereo che tuttavia si è limitato a sorvolare la zona senza sparare. Il primo bilancio è fortunatamente contenuto (si contano alcuni lievi feriti), ma la paura rimane molto forte. Un portavoce dell’operazione Licorne, il contigente francese dispiegato in Costa d’Avorio con i caschi blu, ha affermato che due caccia-bombardieri di tipo Sukhoi erano decollati all’alba dall’aeroporto di Yamoussoukro, la capitale ivoiriano dov’è stazione un’unità francese. Finora, lo Stato maggiore dell’esercito ivoiriano non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione in riferimento a questa operazione. Da parte sua, Ousmane ha assicurato che l’obiettivo da colpire fosse “la popolazione civile”, per poi aggiungere che si trattava di “un’azione molto grave”. L’afp ricorda che “i posti di blocco che accerchiano Bouaké sono tenuti da combattenti che controllano la circolazione dei veicoli e il transito delle persone” in entrata e in uscita della città. La Costa d’Avorio, tagliata in due da una zona di sicurezza tenuta dai Caschi blu, è in preda a una guerra civile scoppiata nel settembre 2002. Nel luglio del 2003, il presidente Gbagbo e i ribelli avevano firmato un cessato il fuoco violato nel luglio successivo con un’incoursione degli ex ribelli nella regione di Gohitafla, a ovest del Paese. La tensione è tornata alta negli ultimi giorni con l’instaurazione di un coprifuoco nelle regioni settentrionali controllate dalle Forze Nuove che, a loro volta, hanno decretato “lo stato di massima allerta” in seguito alla scoperta di armi provenienti dal sud della Costa d’Avorio. Per tutta risposta, l’esercito ivoiriano aveva chiuso all’inzio di questa settimana due grandi assi stradali che legano il Nord e il Sud del Paese. L’applicazione degli accordi di pace di Marcoussis sembra più che mai in un’impasse. Gli accordi prevedono una serie di riforme politiche (tra cui un nuovo codice sulla nazionalità) e il disarmo degli ex ribelli i quali, il 15 ottobre scorso si sono rifiutati di mettere in applicazione, esigendo di procedere in primo luogo alle riforme.


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