Cultura
A Milano i clochard parlano italiano
Secondo i dati diffusi dal Banco alimentare della Lombardia i senzatetto sono almeno 4 mila (esclusi gli extracomunitari)
di Redazione
“Le stime sono approssimative, ma quasi sempre per difetto”. Ad affermarlo e’ Emilio Roda, presidente del Banco alimentare della Lombardia. I dati a cui si riferisce sono quelli diffusi dal comune di Milano a proposito dei clochard presenti nel capoluogo. Da una indagine elaborata sulla base di chi ha chiesto aiuto, risulta infatti che i senza fissa dimora siano quattromila. Cifra, di per se’, rilevante e che non comprende gli extracomunitari senza permesso di soggiorno. Il 15 per cento dei senzatetto ha un’eta’ compresa tra i 18 e i 29 anni, il 25 per cento tra i 30 e i 45, il 35 per cento, infine, tra i 45 e i 60. Complessivamente gli italiani raggiungono il 70 per cento del totale. “Molti – continua Roda – hanno perso il lavoro oppure provengono da separazioni, da malattie o, in ogni caso, da situazioni di allontanamento della famiglia”. Emerge un quadro in cui l’indigenza e la mancanza di beni primari tocca specialmente le persone di nazionalita’ italiana. Non gli stranieri, come abitualmente si e’ portati a credere.
Passato il caldo eccezionale di questi giorni, per il popolo dei “barboni” – italiani o stranieri che siano – sta per abbattersi il periodo piu’ rigido della stagione invernale. Il comune di Milano vi fara’ fronte con 1.492 posti letto in diverse strutture della citta’ e con sette unita’ mobili di soccorso e assistenza. Il progetto “piano freddo” 2004-2005, costato 625 mila euro, si avvale, oltre che della collaborazione del Banco alimentare, di altre associazioni quali Ronda della carita’ e City Angels. “Con alcune di queste – dice Emilio Roda – l’anno scorso, grazie ai fondi di un sostenitore privato, abbiamo raccolto duemila sacchi a pelo, che poi abbiamo distribuiti a Milano e in altre citta’. Per la precisione: 200 a Roma, 100 a Brescia, 100 a Bergamo, 200 a Firenze, 30 a Pavia. Il grosso, ovviamente, circa mille, e’ andato a Milano”. Ne restano ancora 300, che si aggiungeranno agli altri strumenti messi a disposizione dal comune per consentire ai clochard di “attraversare” indenni l’inverno lombardo.
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