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Ue: adesso il rischio sono i referendum
Jean-Luc Dehaene, vicepresidente della Convenzione europea è cauto: "Non capisco certi entusiasmi per i referendum, tutti sanno quali sono i rischi, particolarmente forti a Londra"
di Paolo Manzo
”Realisticamente molto soddisfatto”. Cosi’ in un’intervista ad ‘Avvenire’ Jean-Luc Dehaene, vicepresidente della Convenzione europea, definisce il suo stato d’animo di fronte alla firma della Costituzione Ue, che lui stesso ha contribuito a progettare. ”La battaglia ora e’ per la ratifica della Costituzione -aggiunge- Non capisco certi entusiasmi per i referendum, tutti sanno quali sono i rischi, particolarmente forti in Gran Bretagna. Ma e’ una battaglia che puo’ e deve essere vinta”. Dehaene non nega che la Costituzione sia ”frutto di compromesso”, ma, dice, ”e’ un risultato insperato”. Quanto alla questione dell’inserimento del riferimento alle radici cristiane dell’Europa, ”il rammarico -spiega- potra’ rimanere in alcuni paesi ma io ho difeso la formula adottata nel preambolo. E poi c’e’ l’articolo 53 -ricorda- che garantisce il rispetto dello status delle Chiese: ha un vero peso giuridico mentre il preambolo ha un valoire simbolico”.
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