Welfare

Emilia Romagna: nasce una fondazione per tutelare le vittime di reati gravi

Il fondo di gestione dell'ente, che servirà alla concessione dei contributi alle vittime, ammonta attualmente a 470 mila Euro

di Benedetta Verrini

Una Fondazione per il sostegno immediato alle vittime dei reati di maggiore gravità, per permettere alla famiglia o alla stessa vittima di affrontare lo choc determinato da un grave crimine: è la “Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati”, che si è costituita lo scorso 12 ottobre per intento e con i contributi della regione dei comuni e delle province. Il suo presidente è Sergio Zavoli, che è anche membro del Comitato dei garanti insieme all’ex- prefetto di Bologna Sergio Jovino e alla dirigente dell’Ausl di Piacenza Elisa Cavazzuti. La direttrice è Vilma Ecchia. Lo scopo di questo nuovo ente (la cui creazione è stata prevista dalla legge regionale sulla “Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza” del dicembre 2003), è quello di “intervenire a favore delle vittime dei reati, compresi gli appartenenti alle forze di polizia nazionali e alla polizia locale, quando, da delitti non colposi, ne derivi la morte o un danno gravissimo alla persona”. Per “danno gravissimo alla persona” si intendono “i danni arrecati ai beni morali e materiali che costituiscono l’essenza stessa dell’essere umano, come la vita, l’integrità fisica, la libertà morale e sessuale”. “L’attività della Fondazione si concentrerà su casi gravi – ha spiegato l’assessore regionale Vandelli – l’importante sta proprio nell’immediatezza del suo intervento. La Fondazione deve consentirci di essere estremamente tempestivi e di adattare la risposta alle esigenze concrete di quelle persone, dei bambini, delle donne, delle famiglie che altrimenti non troverebbero nei tempi necessari una risposta da parte delle istituzioni”. Da parte sua, il presidente Zavoli ha aggiunto: “E’ una solidarietà data proprio quando occorre essere solidali, nella quale le difficoltà burocratiche vengono superate dal fatto che la Fondazione si fa carico di una responsabilità: raccogliere le segnalazioni dei sindaci – deputati a loro volta a farsi garanti sul posto delle proposte avanzate – e, dopo un’analisi oggettiva delle richieste, deliberare”, ossia “prendere atto per provvedere, per fare – ha sottolineato Zavoli -, il che vuol dire fare in tempo quando è necessario e non farlo perdere a chi ha bisogno”. La Fondazione interviene su richiesta del sindaco del Comune in cui si è verificato il fatto o del Comune di residenza della vittima e può farlo quando il reato sia avvenuto nel territorio regionale o, se il fatto è avvenuto fuori del territorio regionale, quando abbia come vittime cittadini residenti in Emilia-Romagna. L’intervento è volto a limitare, “nell’immediatezza del fatto o in un periodo congruamente breve, le più rilevanti situazioni di disagio personale o sociale della vittima o dei suoi famigliari conseguenti al reato stesso”. Entro 30 giorni dalla segnalazione, quindi, la vittima o i suoi familiari potranno ricevere un primo aiuto per poter affrontare l’emergenza concreta. Il patrimonio iniziale della Fondazione, che ha sede a Bologna presso la Regione Emilia-Romagna, è costituito dai conferimenti in denaro effettuati dai soci fondatori: la Regione, tutte le Province e i Comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna. Il fondo di gestione dell’ente, che servirà alla concessione dei contributi alle vittime, ammonta attualmente a 470 mila Euro. Per la prima annualità relativa all’anno 2004, il fondo di gestione è costituito infatti dalle quote che gli Enti locali soci fondatori hanno deliberato: 200 mila Euro da parte della Regione e 15 mila Euro da parte di ciascuna Provincia e Comune. In futuro i proventi del fondo operativo della Fondazione deriveranno oltre che dai contributi e dai finanziamenti dei soci fondatori, dei soci aderenti e dei soci sostenitori, dalle rendite e dai proventi derivanti dal patrimonio e dalle attività della Fondazione, da eventuali donazioni (non espressamente destinate al patrimonio), sottoscrizioni pubbliche o contributi concessi dall’Unione Europea, dallo Stato o da altri enti territoriali pubblici nazionali o internazionali.


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