Famiglia
Torino: la speranza cresce in un piazzale
L'Associazione Piazzale Speranza lotta da anni contro il disagio di giovani, carcerati, senza tetto e anziani
ASSOCIAZIONE PIAZZALE SPERANZA
INDIRIZZO Via Valentino Carrera, 19/2 10146 – Torino
TELEFONO 011796752
PRESIDENTE Don Innocenzo Ricci
SCOPO L?impegno nella prevenzione del disagio, con particolare attenzione a carcerati, senza tetto e anziani senza dimenticare i giovani
Importante e ricca è l?opera di Piazzale Speranza, l?associazione di Torino, attiva da anni nella lotta contro il disagio, con particolare attenzione alla prevenzione e al reinserimento sociale. L?impegno di questo gruppo, mirato a prevenire e a creare risposte concrete e positive ai bisogni di chi è in difficoltà, si identifica anche con un nuovo modo di fare pastorale.
È dedicato ai giovani dai 16 ai 40 anni, che per svariate ragioni vivono in situazioni precarie e lontani da qualsiasi tipo di evangelizzazione tradizionale, come oratori, movimenti o associazioni. Da sottolineare che ogni attività parte dalla metodologia dell?incarnazione, alla base del Vangelo, in cui Gesù si incarna vicino all?uomo nel suo vivere quotidiano: offre così la base dell?operatività di Piazzale Speranza, con volontari impegnati sulla strada in situazioni tra il precario e il povero, a contatto con la cosiddetta ?città degli invisibili?, carcerati ed ex carcerati, chi non ha lavoro, o chi ha concluso un percorso in comunità terapeutica, e pure donne schiavizzate dalla prostituzione, tanto per fare qualche esempio. Il gruppo offre loro speranza, ascolto, condivisione e accoglienza oltre alla possibilità di un concreto reinserimento sociale.
Non a caso, dopo più di 25 anni di attività l?associazione Piazzale Speranza, che, tra uomini e donne, vanta una trentina di vocazioni adulte, già consacrate, ha ricevuto il riconoscimento quale organismo Pastorale Ecclesiale Diocesano, dall?Arcidiocesi di Torino. Per tonare alle tante realtà aiutate dal gruppo: giovani senza lavoro, carcerati, tossicodipendenti, donne, anziani, barboni e senza tetto, insomma tutte quelle persone che vivono per strada, senza famiglia né amore, impegnate a reinserirsi nella società e nel mondo del lavoro. Tra gli obiettivi dell?associazione spicca, appunto, la valorizzazione e l?uso del territorio, inteso come carcere, dopo carcere, dormitori e marciapiedi, teatri, scuole, discoteche e anche centri d?incontro; lo scopo è quello di trasformare, questi spazi, talvolta centri di negatività, in luoghi preposti ad accogliere messaggi evangelici.
Piazzale Speranza, che opera grazie a un centro di ascolto, occupa una posizione di rilievo nell?impegno sul territorio, organizzando il coordinamento tra i vari servizi, dagli oratori alle parrocchie, dai comuni ai servizi sociali. Per farlo usa tutto ciò che fa ?comunicazione?: convegni, mostre, spettacoli, radio e tv. L?attività pastorale dell?associazione si divide in due grandi canali operativi di intervento: prevenzione e reinserimento. Quest?ultimo prevede la sensibilizzazione e la promozione di case di accoglienza per chi è senza fissa dimora (in particolare per chi risiede a Torino) e pure dell?avviamento al lavoro. C?è la Carovana della Speranza, movimento nazionale per il reinserimento di chi esce dal carcere, ci sono gli operatori di strada, per l?accoglienza diretta degli svantaggiati, e ci sono pure alcuni progetti mirati: come il progetto Speranza realizzato in collaborazione con la regione Piemonte per il sostegno e la formazione professionale di chi esce dal carcere o il Progetto Ancora dedicato alle famiglie che vivono in situazioni svantaggiate. L?associazione che organizza diverse appuntamenti come week end di spiritualità, tecniche di gruppo e self help oltre ad attività ricreative ed artistiche, e tante altre cose, offre infine anche il servizio integrato ?Fraternità Santa Maria di Nazareth?. Si tratta di una comunità diurna per il reinserimento dedicata alle persone uscite dal carcere che possono raggiungere, attraverso più percorsi (di valori, progettuali, spirituali), il pieno sviluppo interiore e l?avviamento al lavoro.
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