Volontariato

Responsabilità sociale. Uno studio. Al nord ovest l’azienda è più virtuosa

Presentata a Bertinoro una rilevazione Istat su 10mila aziende con più di cento dipendenti. Da cui si scopre che...

di Francesco Maggio

L a responsabilità sociale d?impresa piace sempre di più alle aziende italiane. Soprattutto se grandi, localizzate nel Nord-Ovest, attive nel settore della produzione di prodotti chimici e dell?industria del legno e della carta. A sostenerlo è la rilevazione sperimentale Istat sulla responsabilità sociale presentata a Bertinoro nel corso delle Giornate dell?economia civile. Uno studio condotto su un campione di 9.879 aziende italiane di dimensione medio-grande, con almeno 100 addetti, da cui emerge innanzitutto che solo il 23,1% delle imprese intervistate ha dichiarato di non aver adottato scelte di responsabilità sociale nell?anno di riferimento (2002). Tale valore assume il livello più elevato tra le imprese localizzate nelle regioni centrali del Paese (31,8%), quello più contenuto tra le imprese del Nord-Ovest (17,5%). Considerando le imprese che dichiarano di aver effettuato uno o più tipi di scelta, prevalgono le aziende che ne hanno effettuato uno solo (33,6%), mentre ne segnalano due o tre tipi rispettivamente il 16,9% e il 19,2%. Oltre tre, solo il 7,2%. Per quanto riguarda le tipologie di scelta effettuate, quella più frequente concerne il trattamento selettivo dei rifiuti prodotti nel corso delle attività industriali (59,5%). Al secondo posto si collocano le imprese attente a selezionare fornitori ?responsabili? (32,8%), seguite da imprese che hanno avviato attività per il risparmio energetico (30,8%), mentre le aziende che sostengono in qualche modo la compartecipazione dei lavoratori o adottano una qualche forma di bilancio sociale sono molto più modeste (rispettivamente, il 14,3% e l?11,5%). Appena il 6,1%, infine, destina una parte dei propri ricavi a fini sociali. I settori nei quali sono più diffuse le imprese che non adottano iniziative di csr sono quelli delle attività professionali (53,4%); le più ?virtuose?, invece, operano nel settore della fabbricazione di prodotti chimici (44,3%) e dell?industria del legno e della carta (40,1%).


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