Disabilità

“Autismo al Lavoro”, l’inclusione in un progetto tra Italia e Svizzera

Il modello transfrontaliero per le persone con diagnosi di disturbo dello spettro autistico viene presentato sabato 15 febbraio a Gallarate (Va) nella sede del centro terraLuna di Fondazione Bellora. L’iniziativa sostenuta dalla Ue coinvolge realtà pubbliche come l’Asst Valle Olona e il Canton Ticino oltre che il Terzo settore e il mondo profit

di Redazione

Affronta una sfida ambiziosa il progetto “Autismo al Lavoro”  che punta a favorire l’inserimento lavorativo e la vita indipendente dei giovani con disturbo dello spettro autistico. E lo fa attraverso un modello sperimentale innovativo, che coinvolge realtà italiane e svizzere: fondazioni, istituzioni e aziende parteciperanno attivamente alla sperimentazione, per diventare un laboratorio di buone pratiche.

Ad agire questa sfida è terraLuna , realtà gallaratese legata alla Fondazione Bellora, che sabato 15 febbraio  presenta il progetto nella sua sede di via Galileo Ferraris a Gallarate, con la presenza, tra gli altri, anche di Paolo Moderato, uno degli studiosi più autorevoli dei disturbi dello spettro autistico. L’appuntamento è alle ore 10,30. 

«Con Autismo al lavoro possiamo davvero costruire il futuro per le persone con disturbo dello spettro autistico, dall’infanzia fino all’età adulta» spiega Enrico Colombo,  presidente della Fondazione Bellora, «il nostro centro di Gallarate, infatti, con questa nuova prospettiva è riuscito anche a riprendere i lavori di ristrutturazione. Un nuovo piano, nuovi spazi adatti a chi cresce ed entra nell’età adulta. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di continuare a prenderci cura dei bambini e delle famiglie che si rivolgono al nostro centro terraLuna , accompagnandoli il più possibile durante tutto il ciclo di vita». 

“Autismo al lavoro” è un Interreg sostenuto dall’Unione Europea, capace di coinvolgere il settore pubblico, (tra i partner, il Canton Ticino e l’Asst Valle Olona), il Terzo settore (oltre a Fondazione Bellora, tra i partner diretti anche la fondazione svizzera Arese l’istituto Iescum), e anche i privati: tra le collaborazioni del progetto, infatti, l’Associazione Territoriale Confindustria Varese, che si è impegnata a promuoverlo tra le aziende associate “per la grande utilità sociale”, e il punto vendita Carrefour di Gallarate, tra i primi a proporsi per dare l’opportunità a ragazze e ragazzi con disturbo dello spettro autistico di iniziare un percorso di inserimento lavorativo.

In area transfrontaliera (Lombardia e Canton Ticino), si stima che 1 bambino su 77 presenti un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi (4,4 volte superiore rispetto alle femmine). Tuttavia, tra questi solo 1 persona su 10 riesce a entrare con successo nel mondo del lavoro, evidenziando la necessità di nuove strategie di supporto.

L’approccio innovativo 

Il progetto – spiega una nota – mira a sperimentare un percorso innovativo di abilitazione, basato sui più recenti sviluppi della scienza contestualista del comportamento (Applied Behavior Analysis – Aba). L’obiettivo è quello di potenziare le capacità individuali attraverso un approccio basato su training e apprendimento strutturato, con particolare attenzione alle competenze sociali, comunicative e di autonomia, elementi fondamentali per il successo lavorativo.

Non solo: il progetto mira a seguire le persone con disturbo dello spettro autistico nel loro percorso di inserimento, e nel contempo aiutarli a sviluppare le competenze per una reale autonomia, al livello più alto possibile, anche oltre l’orario di lavoro.
Anche l’azienda che assume avrà un costante confronto con gli operatori, per aiutare il percorso a diventare realmente inclusivo, permettendo alla persona con sindrome di autismo di diventare una risorsa, creando una dinamica “win-win”: l’azienda trova collaboratori validi, le persone con sindrome di autismo sviluppano autonomia e autostima,  sentendosi utili, capaci di svolgere compiti in armonia con i colleghi.

Risultati attesi e impatto del progetto

Attraverso la costruzione di una rete tra attori chiave, la raccolta delle migliori pratiche internazionali e lo sviluppo di un percorso formativo per educatori e aziende, il progetto punta a:

  • Aumentare il numero di giovani con sindrome di autismo inseriti con successo nel mondo del lavoro;
  • Creare nuovi percorsi di inserimento lavorativo coinvolgendo circa 30 aziende nella fase sperimentale;
  • Ridurre i costi di assistenza e migliorare la qualità della vita delle persone con autismo;
  • Esplorare l’impresa a impatto sociale come strumento innovativo per l’inclusione.

Il progetto Autismo al Lavoro è cofinanziato dall’Unione Europea e realizzato nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg VI-A Italia-Svizzera, con il sostegno della Confederazione Elvetica e dei Cantoni coinvolti.

In apertura immagine di Hiki App da Unsplash

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