Fra etica e politica
Fine vita, Acli: «Non diventi bandierina elettorale»
Dopo l'approvazione della legge regionale toscana, il presidente Manfredonia dice che «la questione va trattata con delicatezza e senza strumentalità, e non può essere ridotta ad una dimensione individualistica» e che «occorrerebbe piuttosto interrogarsi come si può alleviare la solitudine ed il dolore delle persone che soffrono, migliorare l’accesso alle cure palliative e rafforzare il sistema degli hospice»
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«Appare di difficile comprensione l’attenzione che la politica, in questo caso il Consiglio Regionale della Toscana, dedica al tema del suicidio assistito, proponendo una legge inapplicabile e largamente impugnabile che sembra più che altro una bandierina da piantare in prospettiva elettorale. Una bandierina che purtroppo è ancora più evidente nel particolare risalto dato all’essere questa la prima Regione italiana ad aver approvato questa iniziativa legislativa, probabilmente proprio su stimolo dell’avvicinarsi del voto». A dirlo è Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli.
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«La questione del fine vita», continua Manfredonia, «sempre che davvero si tenga a volerla affrontare con sensibilità, va trattata con delicatezza e senza strumentalità, e non può essere ridotta ad una dimensione individualistica. Implica una responsabilità collettiva di tutta la comunità e in questo senso, ad esempio, occorrerebbe piuttosto interrogarsi come si può alleviare la solitudine ed il dolore delle persone che soffrono, migliorare l’accesso alle cure palliative e rafforzare il sistema degli hospice. Questo provvedimento, al contrario, sembra essere una fuga in avanti rispetto alla necessità di avere una normativa nazionale chiara e precisa, che sia pienamente in linea con le sentenze della Corte costituzionale, e che non sia improntata ad una concezione unilaterale dei diritti della persona, rispettandone piuttosto il diritto fondamentale, che è quello di vivere», prosegue il presidente aclista.
Nel mentre è sempre più difficile curarsi
«In tutte le Regioni d’Italia, dove più dove meno, inclusa la Toscana, stiamo assistendo ad un complessivo arretramento della sanità pubblica, sia in termini di qualità sia in termini di crescita dei costi e infatti sempre più cittadini rinunciano a curarsi. È un processo che riguarda tutti i sistemi sanitari, e preoccupa, anche alla luce dell’esperienza della pandemia, per i riflessi sulla qualità di vita delle persone e delle famiglie».
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