Formazione

Armi: 24 Senatori, “L’Italia produttrice di clusters bombs?”

Un'interrogazione firmata da opposizione e maggioranza per chiedere al governo dati e sulla produzione e lo stoccaggio di queste munizioni, più pericolose delle mine anti-uomo

di Giulio Leben

Ben ventitre senatori, per lo più del centrosinistra ma anche della maggioranza parlamentare, hanno sottoscritto un’interrogazione del senatore Ds Nuccio Iovene in cui si chiedono chiarimenti al governo sulla produzione da parte del nostro Paese, lo stoccaggio e l’esportazione verso altri paesi delle bombe cluster o a grappolo. Tra di loro Tana de Zulueta (Misto), Nando Dalla Chiesa (Margherita), Stefano Boco, Loredana De Petris e Sauro Turroni (Verdi), Luigi Malabarba e Tommaso Sodano (Prc), Walter Vitali, Giorgio Tonini, Monica Bettoni Brandani e Luigi Viviani dei Ds, Alessandro Forlani dell’Udc. Nell’interrogazione si fa presente che “le munizioni cluster sono armi di grandi dimensioni che si aprono a mezz?aria spargendo ad ampio raggio centinaia di submunizioni più piccole”. “Quando non funzionano come previsto, le submunizioni sono estremamente pericolose e possono esplodere al minimo tocco o spostamento, diventando così di fatto delle mine antipersona. Il tasso di mancata esplosione può andare dal 5 al 20-25%. L?alto numero di submunizioni che rilasciano, moltiplicato per l?indice di mancata esplosione fa sì che ogni singola munizione cluster produrrà una quantità notevole di pericolosi ordigni inesplosi. Nella seconda guerra del golfo, ad esempio, le forze USA hanno usato 10.728 munizioni cluster per un totale di circa 1.800.000 submunizioni. Se anche quelle inesplose fossero in effetti solo il 5%, si tratterebbe comunque di 90.000 ordigni letali disseminati sul terreno. L?instabilità delle submunizioni le rende estremamente pericolose per chi le dovesse toccare e ancora più difficili da rimuovere e distruggere delle mine antipersona. La potenza delle cariche con cui sono armate le rende ancora più letali delle mine antipersona: gli incidenti causati da submunizioni uccidono con più frequenza e in un raggio ben superiore”. I senatori sottolineano che l’utilizzo delle munizioni cluster ha sempre ripercussioni gravissime anche dopo le operazioni belliche: “una pesante contaminazione da munizioni cluster può infatti avere profonde implicazioni socio-economiche, ostacolando la ricostruzione e lo sviluppo postbellici”. Dopo aver ricordato che l’Italia è uno dei 57 paesi in cui queste munizioni sono prodotte e stoccate, i senatori chiedono al governo “quali siano il numero, i modelli e le provenienze delle munizioni cluster immagazzinate negli arsenali delle forze armate italiane, al fine di determinare l?esistenza di stock di munizioni il cui uso rischierebbe di causare danni sproporzionati alle popolazioni civili nelle aree in cui dovessero essere usate (e che sarebbe quindi auspicabile distruggere). Qual è il ruolo che questo tipo di munizioni riveste nelle strategie di difesa del nostro Paese e in quali occasioni sono state utilizzate dalle nostre forze armate. Quali siano i modelli di munizioni cluster e della componentistica prodotta in Italia e se il nostro Paese è in alcun modo coinvolto in progetti di natura europea o multilaterale per lo sviluppo e la produzione di sistemi d?arma che utilizzano munizioni cluster. Quali siano infine i Paesi verso cui l?Italia esporta o ha esportato questo tipo di munizioni”.


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