Cultura

Povertà: allarme Caritas, 7 milioni sotto la soglia di sussistenza

Negli ultimi 10 anni le persone che vivono sotto la soglia di poverta' sono circa 7 milioni e dei nuovi poveri, l'80% ha tra i 20 ed i 60 anni; il 54% e' costituito da donne.

di Riccardo Bonacina

Allarme poverta’ in Italia: ”si sta smantellando” il sistema di welfare ed avanzano nuove categorie di poveri, come i giovani che non hanno certezze sul lavoro, gli anziani alle prese con problemi di salute, i nuclei familiari che si separano. La denuncia viene dal rapporto 2004 sull’ esclusione sociale messo a punto dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Zancan (dal titolo ”Vuoti a perdere”) dedicato a quelle forme di poverta’ sempre piu’ frequenti, che individua nuove categorie di disagiati anche per effetto del calo dei servizi pubblici. La ”forte novita”’ del rapporto, alla sua quinta edizione, che conferma la tendenza a non soffermarsi sui numeri – ha detto detto mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana ad una conferenza stampa – riguarda la richiesta di aiuto ai centri di ascolto della Caritas di nuove figure di persone, come i giovani e non giovanissimi con problemi di lavoro stabile, e nuclei familiari che non riescono ad arrivare alla fine del mese: ”I primi faticano a trovare un lavoro o ne vengono estromessi a 45-50 anni. Si tratta anche di famiglie numerose con un solo stipendio. I secondi sono per lo piu’ nuclei separati che risentono delle doppie spese. Queste realta’ subiscono la contrazione dei servizi perche’ chi ne ha bisogno deve pagarli. La difficolta’ quindi di queste persone e’ duplice e paradossalmente e’ un rischio che riguarda tutti noi”. Negli ultimi 10 anni le persone che vivono sotto la soglia di poverta’ sono sempre rimaste circa 7 milioni. Dunque le politiche contro la povertà hanno fallito. Dei nuovi poveri, l’80% ha tra i 20 ed i 60 anni; il 54% e’ costituito da donne. Celibi e nubili sono il 33% ma la quota dei coniugati e’ piu’ alta: 46,5%. Oltre il 15% sono ‘senza fissa dimora’, il 51,3% vive con dei familiari, il 27,2% sono conoscenti, il 21,5% vive da solo. E’ questa in sintesi la fotografia fatta dalla Caritas in collaborazione con la fondazione ‘E. Zancan’, la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), contemplata in “Vuoti a perdere”, ossia il Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta curato da Walter Nanni e Tiziano Vecchiato. Il rapporto 2004 individua poi le cosidette forme di ‘disagio sociale’ di cui soffrono gli italiani: shopping compulsivo, lavoro patologico, dipendenza da Internet e da telefonino, gioco d’azzardo, depressione, demenze, malattia di Alzheimer e ‘dulcis in fundo’ lavoro atipico flessibile. “Numerose persone oggi si trovano a vivere – si legge nel Rapporto – situazioni emergenti di disagio non sempre riconosciute come tali e proprio per questo piu’ pericolose”. Ma chi sono oggi i poveri in Italia? La Caritas e’ in grado di dirlo avendo monitorato tra gennaio e marzo 2004 le persone che si sono rivolte nelle sue diocesi (14 al Nord, 30 al Centro e 28 al Sud) per trovare aiuto. Ebbene, delle 11.629 persone che hanno chiesto aiuto, l’80% ha tra i 20 ed i 60 anni, gran parte tra i 30 e i 40. Il 62,6% degli utenti non sono italiani e di questi il 40% e’ senza permesso di soggiorno: indice del riproporsi in termini significativi – sostiene la Caritas – del fenomeno degli irregolari nonostante l’ultima regolarizzazi


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