L'altro Sanremo
L’acuto di Francesco al Festival: «La musica può aiutare la convivenza dei popoli»
Il video del Papa nella prima serata ha brillato più delle solite polemiche che di solito accompagnano la kermesse canora. Cantautori come Cristicchi, Corsi e Brunori Sas hanno poi toccato in modo convincente temi delicati come la riscoperta della paternità e i volti della fragilità. Il filo del discorso sociale prosegue con Bianca Balti
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I grandi specialisti hanno già bollato il Festival di quest’anno come “moscio”. Come se non fosse successo niente di divertente. Da un certo punto di vista, in effetti, arginati al momento i caccia grane alla Fedez e Tony Effe, al termine della prima giornata della kermesse musicale è mancato il guizzo polemico di altre edizioni. Hanno prevalso i volti esperti e rassicuranti di Antonella Clerici e Gerry Scotti, capitanati da un Carlo Conti che ha condotto la prima serata con il cronometro in mano e da un rinato Jovanotti. Ma siamo, appunto, solo alla prima serata e le sorprese non mancheranno. O, per lo meno, i tentativi di alzare l’asticella, come ha annunciato Gimbo Tamberi in tandem proprio con Jova.
Stringersi la mano
Eppure, chi ieri si è preso la briga di sintonizzare anche solo un po’ il teleschermo su Raiuno (e sono stati in molti, a giudicare dai dati dell’Auditel), ha rischiato di imbattersi in tanti momenti di spessore non buonista che non è sempre stato facile trovare nella kermesse sanremese. Primo tra tutti il messaggio del Papa sulla musica come strumento di pace e che ha espresso con la consueta disarmante semplicità il suo più grande desiderio: «Vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile!». Il pontefice si è concentrato anche sui tanti bambini «non possono cantare la vita, e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo, per le tante guerre, le situazioni di conflitto».
Rivolgendosi direttamente a Carlo Conti, lo ha simbolicamente indicato ad esempio di come si possa ricordare che la pace è possibile: «Oggi tu lo stai facendo e lo stai facendo dire attraverso la musica». Il breve messaggio, nel quale Francesco non ha mancato di ricordare di quando sua madre gli spiegava alcuni «brani di opere liriche facendomi conoscere il senso di armonia e i messaggi che la musica può donare», si è concluso con un augurio a tutti i presenti: «Cercate di vivere delle belle serate e rivolgo un saluto a tutti coloro che sono collegati, specialmente le persone che soffrono, e a tutti voi, e che la buona musica possa raggiungere il cuore di tutti. Sai, la musica può aprire il cuore all’armonia, alla gioia dello stare insieme, con un linguaggio comune e di comprensione facendoci impegnare per un mondo più giusto e fraterno».
Noa e Mira
La musica è continuata con la fantastica esibizione di Noa e Mira Awad, israeliana la prima, palestinese la seconda. La loro bravura ha fatto anche passare oltre il famoso “and no religion too” di Imagine, che lo stesso Jovanotti, ad esempio, preferisce non cantare perché non gli sembra la migliore espressione di che cosa sia la pace.
Il tocco dei cantautori
Un altro momento di grande spessore è stata la performance di Simone Cristicchi, che ha emozionato in modo persino imprevisto il pubblico dell’Ariston, cantando di sua madre in Quando sarai piccola: portare in scena senza pudori, con delicatezza, ma senza nascondere nulla, la fase della vita in cui ciascuno di noi è totalmente affidato all’amore degli altri è un messaggio dirompente. Un bellissimo esempio, da un punto di vista laico, di quella che proprio il Papa chiama l’alternativa alla cultura dello scarto. Il contributo dei cantautori sul palco dell’Ariston non è stata cosa da poco: «Non sono nato con la faccia da duro, ho anche paura del buio, se faccio a botte le prendo, così mi truccano gli occhi di nero». È uno dei versi cantati da Lucio Corsi che con la sua Volevo essere un duro apre una finestra sulla fragilità dei giovani, ma si potrebbe dire di ciascuno di noi, ma senza quel pessimismo cosmico a cui sono spesso associati molti discorsi sociologici. La musica aiuta anche in questo: «Quanto è duro il mondo per quelli normali che hanno poco amore intorno o troppo sole negli occhiali».
La riscoperta del padre
Ultimo, ma non ultimo, con la chitarra in mano è arrivato anche il turno di Brunori Sas che ha chiesto all’Albero delle noci di fronte a casa sua di ispirargli una canzone. Il cantautore calabrese ha ascoltato il suggerimento e ha riflettuto su se stesso come padre e sulla figura del padre in generale: un altro tema che le note di una canzone aiutano a riscoprire senza cadere in slogan già preconfezionati. In una intervista il cantautore calabrese ha ricordato come spesso la figura paterna si riscopra avanti con l’età – anche per lui è stato così – e che dalle sue parti quella del padre era un ruolo molto più narrato che presente per i figli. Invece lui è fiero di essere un padre che gioca con la figlia: E tu sei stata bravissima all’esame di maturità, ad unire i puntini fra la mia bocca e la verità, che tutto questo amore io non lo posso sostenere, perché conosco benissimo le dimensioni del mio cuore». Nella seconda serata una delle co conduttrici sarà la modella Bianca Balti, che nei mesi scorsi ha condiviso la sua malattia e il ciclo di chemioterapia a cui si è sottoposta. Un altro messaggio che rischia di essere più forte anche delle solite polemiche.
Nell’immagine in apertura il collegamento video di papa Francesco con il palco dell’Ariston – photo by Marco Alpozzi/LaPresse
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