Volontariato

Ken Livingstone, l’aggiusta Londra

È il sindaco della metropoli. E ha messo in pratica quei bei propositi che troppo spesso restano parole. Così ha abbattuto il traffico del 15%.

di Matteo Manzonetto

da Londra

Se c?è stata un?ala protettrice, benevola e soprattutto potente ad accompagnare l?ultimo Forum sociale europeo (Fse), tenutosi a Londra dal 14 al 17 ottobre, è stata senz?altro quella di Ken Livingstone, rieletto sindaco della capitale britannica nel giugno scorso.
Dal solenne palco della cerimonia d?apertura (tenuta nella cattedrale neogotica di Southwark) Ken ?il Rosso? ha mostrato la sua forte convinzione che sia giusto fare quanto è possibile per conquistare ?un?altra Europa?, sostenibile, giusta e orientata verso la società. Poi, usando toni per nulla istituzionali, Livingstone è andato ancora una volta contro George W. Bush e la sua amministrazione, ha messo sotto accusa il dollaro, «linfa di un sistema finanziario ingiusto», e ha denunciato le multinazionali che si rifugiano nei paradisi fiscali.
In contemporanea con l?Fse si è svolto anche il Forum europeo delle autorità locali. Nato in seno alla matrice di Porto Alegre, il Forum delle autorità locali raggruppa sindaci e amministratori, di sinistra ma non solo, di quasi un centinaio di città di tutto il mondo, da Malmöe ad Accra, passando per Pesaro (l?unica italiana), per fare dei centri urbani le avanguardie del progresso sociale.
Ed è la stessa Londra a essere oggetto di scelte innovative e coraggiose da parte dell?amministrazione Livingstone. Dalla famosa ?congestion tax?, il pedaggio che si paga per entrare con l?auto nel centro di Londra, che ha ridotto il traffico del 15% (ma alcuni dicono abbia congestionato il sistema dei trasporti pubblici) alla depurazione massiccia del Tamigi, la capitale del Regno Unito vuole darsi un futuro sostenibile, per sopravvivere a se stessa.
Certo non è un compito facile, quando si ha a che fare con più di sette milioni di abitanti, di ogni provenienza, religione, orientamento sessuale, estrazione sociale, cultura, età. Ma Ken Livingstone crede che già dalle piccole cose si possa rendere una metropoli più attenta verso chi la abita: trasporti gratuiti per gli ultrasessantenni, fortemente scontati per i ragazzini, ma anche impegni di più ampia portata, come l?agenzia London Food.
Creata alla fine del 2003 e presieduta dalla Verde Jenny Jones, vice sindaco nella precedente amministrazione Livingstone, questa struttura dipende anche finanziariamente dalla London Development Agency, cervello dello sviluppo economico e sociale della Grande Londra. Scopo di London Food è «fornire ai londinesi, soprattutto ai più svantaggiati, l?accesso a un cibo sano, prodotto e commercializzato in modo equo e in simbiosi con il sistema agricolo locale».
La riflessione che ha portato alla creazione di questa agenzia per l?alimentazione è semplice: «Il cibo a buon mercato, consumato dai meno abbienti o nei quartieri più marginali, costituisce un?alimentazione antieconomica, sia in termini di costi sociali che ambientali», come spiega la stessa Jones durante l?Fse. Per questo si vuole creare un sistema di approvvigionamento alimentare legato a oltre 200 produttori agricoli dell?area della Grande Londra e che rifornisca la metropoli di cibo sano e fresco, distribuito in mercati accessibili per tutti.
In questa politica alimentare non c?è solo un?attenzione alla dieta dei londinesi, ma anche una considerazione delle ricadute ecologiche che ha l?approvvigionamento di sette milioni di bocche. Il consumo alimentare è infatti una delle componenti della Ecological footprint (impronta ecologica) di Londra sull?ambiente, uno studio effettuato per calcolare l?impatto ambientale della metropoli. Un?operazione unica al mondo, e che ha dimostrato che per sostenere il metabolismo di Londra non basta tutta la Gran Bretagna. Ma come dice lo stesso Livingstone, «da qui si può partire per rendere Londra l?esempio mondiale di città sostenibile».

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