Università

Solo il 16,8% delle ragazze in Italia sono laureate in materie Stem

Al Nord si laureano in discipline Stem il 17,5% delle ragazze contro il 41,4% dei loro coetanei maschi, nelle regioni del Centro il 16,4% contro il 39,3% e nel Mezzogiorno il 16% contro il 27,5%

di Redazione

Alla vigilia della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che si celebra l’11 febbraioSave the Children ricorda l’importanza di investire nella promozione dell’accesso per bambine e ragazze agli studi e alle carriere nel mondo della scienza e delle tecnologie, abbattendo il pesante divario di genere tuttora presente in quest’ambito.

Nel 2023, in Italia la percentuale di donne tra i 25 e i 34 anni con una laurea Stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) è stata meno della metà di quella riscontrata tra gli uomini (16,8% tra le ragazze e 37% tra i ragazzi), con differenze territoriali importanti. Al Nord si laureano in discipline Stem il 17,5% delle ragazze contro il 41,4% dei loro coetanei maschi, nelle regioni del Centro il 16,4% contro il 39,3% e nel Mezzogiorno il 16% contro il 27,5%. Un lungo percorso, per le ragazze, costellato di ostacoli e stereotipi, che si riflette anche nel mondo del lavoro, al punto che, tra i laureati nelle aree Stem di 25-64 anni, lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini nei ritorni occupazionali è molto ampio e raggiunge il suo massimo: nell’area scienze e matematica il tasso di occupazione femminile è inferiore a quello maschile di 6,3 punti percentuali rispetto a quella maschile (rispettivamente 80,1% e 86,4%) e raggiunge i 9,3 punti se si considera l’area informatica, ingegneria e architettura (81,8% contro 91,1%).

Nella Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione alla ricerca scientifica, Save the Children ricorda che le disuguaglianze di genere e gli stereotipi nelle discipline scientifiche devono essere combattuti sia nell’orientare ai diversi indirizzi di studio che nel mercato del lavoro. Per questo, è fondamentale agire fin da subito, nei primi cicli di istruzione, per colmare il divario di competenze e promuovere la diversità e l’inclusione nelle materie Stem.

Oggi, in Italia, già dopo i primi due anni di scuola, le bambine ottengono risultati in matematica mediamente inferiori di 9 punti rispetto ai coetanei maschi: uno svantaggio che sale a 11 punti alla fine della scuola primaria e, anche se più contenuto, persiste fino alla scuola secondaria di secondo grado dove il divario di punteggio nelle prove Invalsi è di 7 punti (sale a 10 punti negli istituti tecnici). Per quanto riguarda, invece, le competenze digitali, le studentesse di 13-14 anni mostrano un vantaggio di 18 punti rispetto agli studenti.

«Il divario di genere è ancora molto presente e si radica fin dai primi anni di scuola, negli stereotipi, ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti. La discriminazione e gli stereotipi di genere incidono ancor più su bambine e ragazze che vivono in povertà educativa, scoraggiando il loro interesse per le materie Stem, con il rischio di limitare ulteriormente le loro opportunità di lavoro e di vita. Per questo è fondamentale incentivare fin da subito l’avvicinamento delle bambine alle materie Stem e l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità, contrastando i pregiudizi e investendo in attività di orientamento in queste materie fin dai primi cicli scolastici. In questo senso, Save the Children sostiene pienamente le iniziative portate avanti a livello istituzionale e quelle delle organizzazioni della società civile per sostenere l’accesso di bambine e ragazze alle materie Stem. Favorendo l’accesso di bambine e ragazze in questi ambiti, andando oltre gli stereotipi, possiamo contribuire a promuovere la parità di genere e a costruire una società più equa e inclusiva», ha dichiarato Giorgia D’Errico, direttrice public affairs di Save the Children.

Credit foto Pixabey

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