Giornata mondiale del malato

Senza Terzo settore, chiusi metà degli hospice

Le cure palliative, diritto sancito dalla legge 38 del 2010, sono ancora precluse a due persone su tre. Gli enti del terzo settore costituiscono un pilastro fondamentale e indispensabile per garantire il raggiungimento dei Livelli essenziali di assistenza e per promuovere un sistema sanitario equo e umano. Ne abbiamo parlato con Tania Piccione, presidentessa della Federazione Cure Palliative

di Nicla Panciera

«Senza il terzo settore sparirebbero praticamente metà degli hospice del territorio nazionale». A spiegarlo è Tania Piccione, presidentessa della Federazione Cure Palliative in occasione della 33esima Giornata mondiale del malato che si celebra l’11 febbraio. «Questa ricorrenza è un’occasione preziosa per noi per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul grande valore del prendersi cura» continua Piccione. «Curare non vuol dire necessariamente guarire, ma tutelare la dignità del malato in quanto persona sempre e fino alla fine. Il diritto di accesso alle cure dovrebbe entrare nell’agenda delle istituzioni come una priorità perché è paradigma di civiltà».

L’ultima ricognizione di Agenas sullo stato di attuazione della legge 38 ha indicato che il 66% del totale degli enti che erogano cure palliative domiciliari afferisce al privato accreditato/convenzionato con il Servizio Sanitario Regionale e molti di essi fanno parte proprio del terzo settore. Lo stesso accade per la gestione di quasi metà degli Hospice italiani. «Gli Enti del Terzo Settore costituiscono un pilastro fondamentale e indispensabile per garantire il raggiungimento dei Livelli essenziali di assistenza Lea e l’effettiva tutela del diritto di accesso alle cure palliative per tutti i cittadini che ne hanno bisogno».

«Com’è noto, il mondo dell’associazionismo, con coraggio e visione, ha avuto un ruolo insostituibile nella nascita e sviluppo delle cure palliative in Italia ed ancora oggi ne rappresenta un elemento propulsivo» riflette Tania Piccione. «In un contesto in cui la complessità dei bisogni richiede sempre più un approccio intersettoriale e integrato, il Terzo settore rappresenta una forza capace di intercettare i bisogni delle persone e creare sinergie con i servizi pubblici, le istituzioni, le comunità completando i percorsi di cura con prospettiva complementare e arricchendo il Sistema sanitario nazionale con quella dimensione umana che solo la presenza fortemente radicata nelle comunità può offrire. È quindi un partner fondamentale, capace di innovare, integrare risorse, costruire reti di solidarietà».

Federazione Cure Palliative rappresenta oggi 109 enti del Terzo settore che da soli esprimono oltre 5mila volontari sul territorio nazionale. Nel nostro Paese, nonostante l’accesso alle cure palliative sia un diritto sancito dalla Legge 38 del 2010, ancora oggi solo una persona su tre vi accede, una percentuale che scende al 25% nel caso dei minori e con forti disparità tra regioni. «Per ampliare la platea di accesso alla cura in questa fase così delicata della vita, facciamo appello a una sempre maggiore cooperazione tra governo, strutture sanitarie pubbliche ed enti del terzo settore. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta una risorsa essenziale per garantire l’accesso alle cure palliative in modo capillare e integrato con il sistema pubblico. Occorre continuare a valorizzare e sostenere questo contributo strategico, rafforzando la collaborazione tra pubblico e privato per rispondere sempre meglio alle esigenze di cura e assistenza delle persone e delle famiglie».

Foto di Anton Maksimov 5642 su Unsplash

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.