Scenari
Trump, piano per l’Ucraina? Nulla oltre la retorica
Spiega il politologo e membro del "Comitato Antiguerra russo", Alexander Morozov, che malgrado le dichiarazioni del presidente americano «ciò che abbiamo sentito finora sono solo dichiarazioni, senza che siano ancora iniziati non solo negoziati, ma nemmeno consultazioni sul loro formato». Nell'imminente Conferenza di Monaco forse il segretario di Stato, Marco Rubio, presenterà un'ipotesi più chiara
La guerra in Ucraina ha una soluzione diplomatica? Sembra che tutte le parti interessate siano pronte a un grande compromesso.
Le notizie contraddittorie che leggiamo negli ultimi giorni sembrano suggerire che esista una possibile soluzione al conflitto militare in Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, nonostante il proprio decreto che vieta negoziati con Vladimir Putin, improvvisamente dichiara la sua disponibilità a trattare.
Anche il portavoce del presidente russo, Dmitriy Peskov, rilascia senza preavviso una dichiarazione: nonostante l’illegittimità di Zelensky, su cui i media propagandistici hanno insistito senza sosta, la Russia è anch’essa pronta ai negoziati.
A sua volta, Trump rilascia una dichiarazione collegando gli aiuti all’Ucraina alla fornitura di terre rare agli Stati Uniti, richiesta che il presidente Zelensky definisce del tutto legittima.
Il grande accordo?
È evidente che siamo alla vigilia di un grande “accordo” il cui obiettivo è ristabilire la pace in Ucraina. In quale forma verranno raggiunti gli accordi e quale sarà il risultato — un cessate il fuoco temporaneo, il congelamento del conflitto o la sua completa cessazione — lo sapremo presto. Qualsiasi risultato, comunque, porterà ad evitare nuove vittime, e questo è ciò che conta di più.
Per commentare l’evolversi di questo “accordo politico”, abbiamo chiesto il parere del politologo e membro del “Comitato Antiguerra russo”, Alexander Morozov, in esclusiva per VITA:
«Senza dubbio, la guerra in Europa deve essere fermata. Il presidente Trump si sta muovendo attivamente su questa questione. Tuttavia, tutto ciò che abbiamo sentito finora sono solo dichiarazioni, senza che siano ancora iniziati non solo negoziati, ma nemmeno consultazioni sul loro formato. Kiev ha confermato di essere pronta ai negoziati, ma alle condizioni di garanzie militari per l’Ucraina. Il Cremlino ha dichiarato la sua disponibilità ai colloqui, ma sulla base del cosiddetto “ultimatum di Putin”, annunciato a giugno 2024 e mai modificato da allora. Questo ultimatum richiede che l’Ucraina rinunci completamente alla strategia di adesione alla Nato e alla cooperazione militare con i Paesi occidentali».
Aspettando Rubio
Secondo Morozov, «probabilmente Trump non dispone di un piano convincente su come superare queste contraddizioni. È possibile che consultazioni attive inizino dopo una telefonata tra Trump e Putin, ma ciò dipenderà dai risultati di tale conversazione. Si prevede che alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, a metà febbraio, Marco Rubio presenti una spiegazione più chiara della strategia americana per porre fine alla guerra».
Conclude mestamente il politicologo che, «al momento non c’è nulla oltre alla retorica di Washington, Kiev e Mosca, volta a scaricare la responsabilità di un possibile fallimento dei negoziati sugli interlocutori».
La foto in apertura è di AP Photo/Julia Demaree Nikhinson/LaPresse.
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