Welfare

Lavoro minorile: 90mila bimbi indiani sfruttati dall’industria cotoniera

La denuncia in un rapporto appena pubblicato dall'India Committee olandese

di Ida Cappiello

Si stima che circa 12.375 bambini siano ancora impiegati a lavorare in condizioni disumane nelle aziende agricole che producono semi di cotone per le multinazionali Advanta (Olanda), Bayer (Germania), Emergent Genetics (USA) e Monsanto (USA), nello stato indiano dell’Andhra Pradesh. Inoltre, più di 70.000 bambini lavorano in circostanze analoghe per compagnie produttrici di semi indiane. I bambini lavorano molte ore al giorno, non vanno a scuola e sono spesso vincolati al datore di lavoro da prestiti fatti alle loro famiglie. Alcuni di questi bambini sono morti o si sono gravemente ammalati a causa dell’esposizione ai pesticidi. Le promesse di eradicare il lavoro minorile in questo settore, fatte l’anno scorso dalle compagnie, non si sono trasformate in azioni concrete.
Queste le rivelazioni del rapporto “Lavoro minorile nella produzione di semi di cotone ibridi in Andhra Pradesh: sviluppi recenti” appena pubblicato dall’ India Committee of the Nederlands, in collaborazione con partners europei e indiani e con il Fondo Internazionale per i Diritti dei Lavoratori (International Labor Rights Fund) negli Stati Uniti.
In conseguenza di pressioni a livello locale e internazionale, le compagnie multinazionali e alcune delle maggiori compagnie indiane hanno riconosciuto l’ampiezza del problema del lavoro minorile nelle aziende produttrici messe sotto contratto dai loro agenti, i cosiddetti procuratori di semi. Nel settembre del 2003 queste compagnieavevano annunciato azioni concrete per eliminare il lavoro minorile. Si sono dichiarate d’accordo a lavorare assieme alla MV Foundation (MVF) una nota ONG (3), ma per ora non hanno mantenuto le promesse fatte. Solo dopo lo scandalo della morte per esposizione a pesticidi di un lavoratore-bambino nel luglio del 2004, tre di queste compagnie hanno finalmente deciso di dare a MVF la lista dei villaggi e dei procuratori di semi così da facilitare il (comune) controllo delle aziende produttrici di semi.

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