Formazione

Welfare. Volonté: “Investire sul capitale umano”

Il capogruppo dell'Udc in una conferenza stampa tenuta a Montecitorio illustra la sua idea di welfare. "Compito della politica - dice - è dare voce a chi non ne ha"

di Ettore Colombo

Montecitorio, Roma – nostro servizio.

Welfare classico o welfare liberista-scientista? L’Udc non ha dubbi e continua la sua battaglia per un nuovo Stato sociale fondato sulla persona, sull’uomo e la sua centralità. “Compito della politica – spiega il presidente dei deputati dell’Udc, Luca Volonté a margine della conferenza stampa, oggi a Montecitorio, di presentazione della proposta di legge per “un adeguato indennizzo economico per i danni subiti a causa delle vaccinazioni obbligatorie” – è dare voce a chi non ne ha. La politica è questo oppure non è niente. Soprattutto per noi che siamo cattolici. Dunque il nostro impegno e’ per la crescita dell’individuo scommettendo sul valore e sulla forza dell’associazionismo, civile e religioso, che e’ stato ed è tanta parte della storia del nostro Paese. Senza dimenticare che soltanto investendo nel capitale umano, partendo dalla sua cultura e dalla sua formazione, sarà possibile realizzare quello stato sociale al quale noi aspiriamo, sviluppando un’etica della libertà e della responsabilità.
Investire nel capitale umano per produrre ricchezza che a sua volta finanzierà lo Stato sociale sulla scia dell’esperienza anglosassone che ha dato tanti risultati positivi anche attraverso un sistema di detassazione delle donazioni. Puntando all’eccellenza – ha concluso Volonté – sarà possibile valorizzare, dove esiste, l’iniziativa della persona e del privato sociale quando questa risulti piu’ buona rispetto a quella dello Stato ampliando, dunque, la libertaà di scelta delle persone e delle famiglie”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.