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Politiche sociali. Si riapre il balletto delle cifre. Un fondo dimezzato?

In questa Finanziaria per le politiche sociali sono stati stanziati 600 milioni in meno dell’anno scorso. Critiche da destra e sinistra.

di Benedetta Verrini

Sul Fondo sociale nazionale si sta giocando una grave partita di sistema, oltre che di cifre. Tra l?allarme lanciato dalle Regioni sul dimezzamento delle risorse e i tentativi di rassicurazione espressi dal sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini, c?è la realtà dei numeri: mentre il Fondo sociale per il 2004 ammontava a 1.884.346.940 euro, quello per il 2005, stabilito nel disegno di legge Finanziaria, è di 1.276.640.000 euro. C?è un ?buco? di 600 milioni che, salvo aggiustamenti da parte del governo, graverà sulle Regioni. Nel riparto del Fondo, infatti, una grossa quota deve per forza essere attribuita all?Inps (nel 2004 sono stati circa 800 milioni di euro) per garantire diritti incomprimibili come gli assegni di maternità. Quel che resta, poco più di 472 milioni, non è sufficiente per sostenere la rete dei servizi territoriali. «Siamo contrari a queste riduzioni», commenta Antonio De Poli (Udc), oggi europarlamentare, ex assessore regionale del Veneto alle Politiche sociali, nonché coordinatore dei colleghi delle altre Regioni. «Le minori risorse alle Regioni, e quindi alle Province e ai Comuni, rischiano di restringere gli interventi sulle fasce più deboli della nostra società. Prendo atto della promessa del sottosegretario Sestini, che ha tranquillizzato le Regioni rispetto al dimezzamento in Finanziaria del Fondo. Ben vengano le rassicurazioni del governo, ma non abbasseremo la guardia sul tema politiche sociali». «La questione delle cifre è la punta dell?iceberg rispetto a un problema di pianificazione», aggiunge Alessandro Geria, responsabile delle politiche socio-assistenziali della Cisl. «La mancanza di certezza sull?entità delle risorse e sui tempi di distribuzione grava sui Comuni, che non riescono a programmare i servizi sociali. Anche i soldi del Fondo 2004 sono giunti in ritardo: il decreto di riparto è stato pubblicato in Gazzetta solo il 28 settembre… Serve invece stanziare una cifra credibile che recuperi il divario con la spesa sociale europea, permetta di avviare il Fondo per la non autosufficienza e definire, una volta per tutte, i Livelli essenziali di assistenza sociale. Senza questi passaggi, il sistema resterà sempre in emergenza».


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