Idee Orizzonti

La Lotta globale ai poveri ha trovato il suo leader: Donald Trump

Il presidente degli Stati uniti e il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu hanno ufficialmente sostituito la lotta globale alla povertà (che era tra i millenium goal dell’Onu) con una lotta globale ai poveri. Da ieri conviene mettere da parte la dottrina dei due Stati e mobilitarsi  per il diritto di appartenere ad un solo popolo, l’umanità

di Angelo Moretti

Nel primo incontro  vis a vis con un premier di guerra come Benjamin Netanyahu, Donald Trump, l’uomo più votato dai forgotten men degli Stati uniti, ha gettato via la maschera di una qualsivoglia narrazione politica ed ha ripreso la sua veste originaria: il palazzinaro. Sogna apertamente che Gaza diventi una nuova Costa Azzurra, senza più palestinesi straccioni. 

Non è affatto una boutade e non è una proposta eccentrica di un politico strambo, è il meccanismo ordinario di chi come lui ha speculato per anni sulla gentrificazione delle città: rendere sempre meno accessibili gli spazi pubblici a vantaggio di spazi privati sempre più confortevoli, abitati o turistificati da popolazioni ricche. 

Ora si è andati anche oltre la gentrificazione mondiale: il tycoon ha candidamente affermato che «i palestinesi sono tristi» , per questo non possono più vivere a Gaza, perché resterebbero nella loro tristezza . Buona parte della destra mondiale si è affrettata a parlare di Hamas, di valutazioni geopolitiche di Trump sul futuro del Medio Oriente , ma chi si è preso la briga di ascoltare integralmente il dialogo tra i due leader sa bene che nessuna considerazione geopolitica è stata effettivamente pronunciata dal presidente Usa relativamente al futuro dei palestinesi, Trump ha detto testualmente che «non si può vivere tra le macerie» e che quindi gli abitanti di Gaza vanno trasferiti in altre parti del mondo, dove potranno vivere meglio. A guardare insieme Bibi e The Donald, con le dovute differenze, sembrava un po’ di rivedere i due personaggi de “Il Monello” di Charlie Chaplin, intenti a distruggere vetri per poi ripararli a pagamento: uno distrugge i palazzi della popolazione civile, per presunte ragioni di sicurezza, e l’altro passa un attimo dopo per proporre la costruzione di stabilimenti balneari. 

La minaccia più profonda è però in quel sillogismo sdoganato dal Trump-palazzinaro:  «I poveri sono tristi». Come a dire: «Sei povero non hai la stessa dignità di vita del ricco». I tuoi uliveti sono tristi, le tue colline sono misere, i tuoi affetti sono inutili, la tua vita può essere trasferita in qualsiasi posto dai ricchi, tanto non ha valore il tuo radicamento, sei “un peso mobile” a disposizione della società dei forti. 

Trump e Netanyahu hanno ufficialmente sostituito la lotta globale alla povertà ( che era tra i millenium goal dell’Onu) con una lotta globale ai poveri.  D’altra parte questo sillogismo funziona perfettamente anche per la negazione delle conseguenze sociali del cambiamento climatico in corso. Se sei povero, ed a causa dei cambiamenti climatici sei costretto ad emigrare, chi provoca quel cambiamento ( i paesi più industrializzati e più inquinanti) non ha alcun dovere di accoglienza nei tuoi confronti, la colpa è tua e del tuo Paese sei hai una casa che se ne vola con il primo tifone, se non hai una seconda casa in cui rifugiarti, magari una villa sul mare. 

In questo scenario culturale, la soluzione “tradizionale” che con il buon senso tutti riteniamo sia la migliore per il Medio Oriente ( due popoli per due Stati) comincia ad essere pericolosa. Se i leader del mondo ricco e potente si coalizzeranno nella lotta contro i poveri, potremmo trovarci ad un progressivo confinamento dei poveri in uno “Stato a parte” ed un progressivo allargamento dei ricchi “nello Stato del diritto di essere inviolabili”. Da ieri conviene mettere da parte la dottrina dei due Stati e mobilitarsi  per il diritto di appartenere ad un solo popolo, l’umanità.

Nella foto: Benjamin Netanyahu e Donald Trump durante la conferenza stampa alla Casa Bianca, il 4 febbraio (AP Photo/Alex Brandon) Associated Press/LaPresse

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