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Buttiglione, l’eccitazione dei valori

In anteprima l'editoriale di Riccardo Bonacina sul numero di VITA in edicola da domani. Numero speciale questa settimana, con un'intervista esclusiva a Wangari Maathai, Nobel per la Pace 2004

di Riccardo Bonacina

Leggi il sommario per intero del numero di VITA in edicola! Sulla vicenda di Buttiglione, che con il suo piglio da professore e con molta presunzione e nessun realismo, ha provato a convincere i membri di ben due Commissioni europee sulla bontà delle sue convinzioni morali, raccogliendo in una (Commissione giuridica) una riscata maggioranza, e nell?altra (Commissione libertà pubbliche) una altrettando risicata bocciatura, si è scatenato il putiferio. Per chi voglia restare ai fatti, cioè all?attribuzione a Rocco Buttiglione delle deleghe a Giustizia, Sicurezza e Libertà nella nuova Commissione europea, sarà utile sapere che, con molta probabilità, tale deleghe al professor Buttiglione saranno effettivamente attribuite, avendo il Presidente della Commissione, Barroso, deciso di chiedere la fiducia all?Europarlamento sull?intera compagine (per la verità contestata anche su altre e meno ideologiche attribuzioni, come quelle all?Energia dell?ungherese Kovacs) e essendo i pareri delle due commissione del tutto consultive. Insomma, restando ai fatti, poco più di un piccolo, anche se fastidioso, incidente di persorso verso il varo della nuova Commissione che giudicheremo per ciò che farà e non farà una volta insediata. Ma, è interessante, qui, prendere in considerazione anche il putiferio ideologico, che ha visto opporsi, a colpi di comunicati e dichiarazioni, esponenti della maggioranza di governo che parlano di ?voto integralista e oscurantista? o di ?voto anticattolico, antitaliano e antiberlusconiano?, ed esponenti della sinistra più radicale che parlano di ?Trionfo della laicità sul fondamentalismo conservatore?. Un putiferio interessante perché ci sitruisce su almeno due questioni. La prima. Più la politica si fa vuota e si riduce a bottega di pochi interessi privati delegando il governo delle cose di tutti alla contabilità dei ragionieri e dei contabili, più si ha bisogno di eccitare gli animi del popolo riesumando ogni resto di ideologia, dal comunismo al cattolicesimo, a colpi di dichiarazioni roboanti, di campagne stampa, di intellettuali prezzolati. In questo momento, per ragione interne e internazionali, fa comodo ai potenti eccitare ciò che resta, pochissimo del resto, dell?identità cattolica che viene usata come vessillo del benessere non negoziabile dell?Occidente e come stendardo di comodo da chi ci governa. Perciò Ferrara scrive editoriali che sono epistole intitolate ?Lettera a preti e laici” e tuona così, sulla fecondazione: “Non cincischiate, non esitate, non abbiate la paura di perdere che fa perdere?. Come ha notato De Rita, Ferrara e i suoi soci, ?hanno capito che per sostenere una guerra insostenibile bisogna provare a fomentare anche da noi, come già è successo per naturale inclinazione negli Usa, l’attivismo entusiasta di valori conflittuali?. Eccitazione che trova il suo necessario doppio nell?insepienza di troppa sinistra ancora in preda a crisi di identità tanto da scegliere come proprio nome ?GAD?! La seconda. Nota giustamente Cacciari, e proprio a margine del ?caso Buttiglione?, che ?Il relativismo etico è il dramma di Papa Wojtyla, il pontefice che ha combattuto e contribuito a sconfiggere le grandi ideologie, i mali e le tragedie del Novecento, si trova di fronte al grande idolo per cui oggi tutto, anche la vita, è puro scambio, commercio?. Ebbene, fa tristezza, vedere, anche in Buttiglione, come ancora i cattolici non abbiamo preso su di sé tutto il peso e tutta la drammacità di una società scristianizzata in Europa, innazittutto. Anzi, sembra che lo stesso pensiero cattolico sia in se stesso tutto corroso dal virus della scristianizzazione, riducendo il cattolicesimo ad una tavola di ?principi e valori? (sono proprio questi i termini usati da Buttiglione), in cui la presenza viva di Cristo non è più neppure prevista se non come modello, principio ispiratore, figura simbolica. Ma quando i cattolici in politica (giacché quelli impegnati nella società l?hanno capito da un pezzo) si renderanno conto che la battaglia morale è persa da almeno cinquant?anni? Mac Intyre in un libro di qualche anno fa, ?Oltre la virtù?, (Feltrinelli), tracciava un suggestivo parallelo tra ciò che accadde alla fine dell?impero romano e ciò che si intravede oggi. Scrive: ?Un punto di svolta decisivo nella storia antica, si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l?imperium romano, e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero (spesso senza rendersi pienamente conto di ciò che stavano facendo) fu la costruzione di nuove comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all?epoca incipiente di barbarie e di oscurità.


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