Politica

Per salvare il mondo partite col clic giusto

Per aiutare le vittime del terremoto del Gujarat i volontari delle Nazioni Unite hanno lanciato su Internet WorldAidWeb: un sito non profit per soccorrere chi ha bisogno

di Carlotta Jesi

Avete mai pensato di poter salvare vite umane navigando su Internet? Probabilmente no, sembra un’idea folle. Eppure a gennaio di quest’anno, quando un terremoto di 7,7 gradi Richter ha squassato il rico stato indiano del Gujarat, è la prima cosa che è venuta in mente a un gruppo di volontari decisi ad aiutare chi era rimasto sotto le case crollate. Non volontari qualsiasi, attenzione: volontari delle Nazioni Unite che invece di mettersi a scavare fra le macerie o distribuire kit igienico-sanitari si sono attaccati al computer per lanciare su Internet un motore di ricerca sociale. Scopo dell’operazione: aiutare chi online cercava informazioni su amici e parenti travolti dal terremoto e allo stesso tempo chiedere agli sponsor interessati a pubblicizzarsi sul sito un corrispettivo in denaro per ogni ricerca impostata sul motore di Internet. Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti all’indirizzo www.worldaidweb.com, che in italiano suona più o meno così: webaiutoalmondo.com. Alla prima cliccata, sembra un motore di ricerca come Yahoo, Altavista o Google: suddiviso per grandi categorie tematiche – da Affari a Sport, da Informazione a Tempo libero – e dotato di un apposito spazio in cui digitare quello che si sta cercando. Ma le analogie con i motori profit finiscono qui. Primo, perché a far funzionare WorldAidWeb è un team di volontari indiani, spagnoli, americani, tedeschi e filippini, invece di una redazione di web professionisti. Secondo, perché il sito è non profit e mira a salvare vite umane invece che a quotarsi in borsa. Terzo, perché questo è un motore di ricerca umano e non automatico: i due milioni di siti cui si accede dalla sua homepage sono stati personalmente visitati, certificati e segnalati dai volontari dell’Onu. Una macchina non profit doc, insomma. Che però ha bisogno degli internauti per funzionare e riuscire a raccogliere il denaro necessario ad aiutare le vittime di disastri naturali: ogni volta che impostate una ricerca su WorldAidWeb, gli sponsor ospitati sul sito donano 3 cents (circa 60 lire) ai volontari impegnati in emergenze umanitarie in giro per il mondo. E lo stesso succede quando segnalate il motore di ricerca ad un amico, lo inserite fra i vostri siti preferiti o lo scegliete come homepage per capitarci sopra tutte le volte che vi collegate a Internet. A beneficiare della vostra scelta saranno, di volta in volta, le persone colpite da emergenze umanitarie: dai sopravvissuti al terremoto in Gujarat, alle vittime delle inondazioni in Mozambico, ai disastri naturali che verranno, spiega il sito. Lanciato in occasione dell’anno internazionale del volontariato, WorldAidWeb è la prova concreta di come la tecnologia abbia allargato le frontiere della solidarietà e di come oggi online funzionino soprattutto i progetti nati per fare del bene e non per guadagnare con Internet. Una tendenza confermata dal successo di sistemi operativi aperti come Linux, di software e server open source come Apache e, non ultimo, di programmi come l’Open Directory. Un progetto non profit che intende creare il motore di ricerca sociale più grande del mondo, ovviamente gratuito e open source, da costruire con tutti i volontari-internauti della rete. Per partecipare, basta collegarsi al sito Internet http://dmoz.org, comunicare la propria disponibilità agli organizzatori e specificare la categoria di cui si vuole diventare responsabili. Siti, recensioni e suggerimenti possono essere segnalati nella lingua che preferite. L’unica regola di questo progetto è che non ci sono regole e licenze: Internet è uno spazio nato per far circolare gratuitamente idee e conoscenze. In attesa che i volontari dell’Onu aggiungano al loro bel motore di ricerca anche un po’ di trasparenza – per il momento sul sitonon c’è una rendicontazione precisa dei clic ricevuti e della generosità degli sponsor, potete dunque partecipare a questo programma destinato a cambiare per sempre il web. Qui la rete fa del bene Il motore di ricerca WorldAidWeb (qui a fianco) non è l’unico caso di Internet non profit. In Inghilterra nel 1986 è nato Poptel, un Internet provider sociale che reinveste gli utili (www.poptel.org.uk). E in Colorado, Stati Uniti, una cooperativa sociale offre connessioni e servizi Internet gratuiti sul suo sito (www.ncic.net).


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