Spreco alimentare
Così la logistica delle eccedenze recupera i piatti pronti
Cosa fare del cibo non consumato nei buffet dei piccoli e grandi eventi? E che dire dei pasti rimasti nelle cucine delle mense? Da oltre vent’anni Siticibo, un programma di Banco Alimentare, ha trovato il modo per trasformare quanto rischiava di venire sprecato in un aiuto ai più poveri. Simone Barreca, responsabile nazionale dell’iniziativa ci ha raccontato il suo funzionamento
In occasione della Giornata nazionale per prevenire lo spreco alimentare tutti gli sguardi puntano sugli sprechi domestici. E non potrebbe essere altrimenti visto che nelle nostre cucine domestiche riusciamo a sprecare 32 Kg di alimenti a testa ogni anno.
Ma il nostro frigorifero e la nostra dispensa non sono gli unici luoghi in cui gli alimenti da risorsa diventano uno scarto. A quanti non è capitato di non terminare un piatto o una bottiglia di vino al ristorante? Per fortuna si sta diffondendo la pratica di chiedere la cosiddetta “doggy bag” al cameriere. Ma che succede se quanto non viene consumato, in quantità ben superiore al piatto singolo, è ancora nei carrelli della mensa o nel retro del locale dove si sta tenendo un buffet?
Siticibo, il programma nato nelle mense scolastiche
Qui entra in campo Siticibo, il programma di Banco Alimentare attivo dal 2003 grazie alla cosiddetta legge del Buon Samaritano. Le prime a entrare nel mirino sono state le mense scolastiche e della ristorazione collettiva, due anni dopo si inizia a recuperare anche dal canale della grande distribuzione. La Legge Gadda del 2016 ha dato un ulteriore impulso ampliando la tipologia dei prodotti recuperati e i luoghi di recupero degli alimenti inserendo congressi ed eventi e le navi da crociera.
La sfida della logistica
«La vera sfida è la logistica delle eccedenze», spiega Giuliana Malaguti, responsabile Comunicazione di Fondazione Banco Alimentare. «Il recupero che deve fare Siticibo è molto parcellizzato, i punti di prelievo degli alimenti sono aumentati anche perché ci sono meno grandi aziende con mense interne e c’è ancora molto smart working».
Simone Barreca, responsabile nazionale di Siticibo precisa: «Per noi è importante fare un’attenta valutazione costi-benefici. Quando ci propongono un luogo, un esercizio da cui recuperare gli alimenti dobbiamo innanzitutto analizzare chi a livello territoriale può effettuare il recupero e incrociare l’offerta con chi tra gli enti è in grado di distribuire questi alimenti».
Molte cose sono cambiate soprattutto in relazione al periodo Covid «in quel periodo abbiamo registrato un calo del 50% del cibo cotto recuperato, per fortuna dal 2021 abbiamo registrato una lenta ripresa arrivando nel 2023 quasi ai numeri pre pandemia, ma molte aziende hanno rivoluzionato le modalità di erogazione dei pasti, introdotto le prenotazioni e poi sono anche cambiati i prodotti: invece dei piatti cotti nelle cucine delle mense, sono aumentati i piatti pronti», continua Barreca.
Anche il buffet può diventare solidale
Inoltre, hanno ripreso forza eventi e catering anche grazie al progetto Food for Good (l’iniziativa attraverso cui Banco Alimentare ed Equoevento Federcongressi&eventi mette in contatto i responsabili delle società di catering con la Onlus del territorio dove si svolge l’evento – ndr.). «Aziende e i catering sono sempre più attenti a evitare gli sprechi», chiosa il responsabile.
«La grande sfida resta trovare il canale di distribuzione», interviene Malaguti. «Le classiche organizzazioni parrocchiali che realizzano i pacchi alimentari con alimenti a lunga scadenza non sono i destinatari ideali per cibi cotti, servono strutture in grado di servirli velocemente come case famiglie e simili».
Il recupero dalle navi di Costa Crociere era iniziato nel 2017 in diversi porti italiani, poi tutto si era ovviamente fermato con la pandemia. Al momento sono attivi i recuperi nei porti di Taranto e Cagliari «abbiamo ripreso con nuove modalità e dalle navi riusciamo a raccogliere e recuperare in media 40-50 kg e fino a 80 kg di prodotti dall’antipasto al dolce. Tutti alimenti con un alto valore nutrizionale».
Si è tornati alla raccolta pre-Covid
I piatti pronti raccolti e distribuiti nel 2023 (ultimo con dati annuali disponibili) sono stati 1.329.463 ed è l’anno che ha praticamente recuperato il numero pre-Covid. Nel 2019 infatti i piatti pronti furono poco più di 1 milione e 330mila.
Siticibo però raccoglie anche pane e prodotti da forno (oltre 97mila kg); frutta e verdura (75.932 kg) e prodotti diversi, come yogurt o sughi (oltre 107mila kg).
Il processo virtuoso che riduce lo spreco
Se è vero che nel corso degli anni i prodotti recuperati e che non sono stati gettati sono aumentati, soprattutto perché si è ampliata la rete di Siticibo, un fenomeno che è stato notato è che i quantitativi dei singoli donatori sono invece calati. «Si è innestato un processo virtuoso. La cessione delle eccedenze per una finalità solidale», spiega Malaguti «ha ridotto lo spreco in generale. È stata un presa di coscienza: le imprese non misuravano il cibo che andava sprecato poi quando hanno iniziato a farlo si sono attivati i processi virtuosi».
Da 22 anni Siticibo è quell’anello di congiunzione tra mense aziendali, hotel, refettori scolastici, alberghi, ristoranti, Gdo che si trovano con più cibo preparato di quello che viene effettivamente consumato e centinaia di organizzazioni nei diversi territori che ogni giorno lottano contro la povertà alimentare di migliaia di persone. Un punto di riequilibrio tra lo spreco e il bisogno di cibo.
Nelle immagini alcuni momenti del recupero degli alimenti dalle mense da parte dei volontari di Siticibo – foto da Ufficio stampa
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