Malattie rare

Telethon chiede l’ok a Ema per la sua terapia contro la sindrome di Wiskott-Aldrich

La Fondazione conferma il proprio ruolo sussidiario rispetto all'industria del farmaco e, dopo quello per la malattia Ada-Scid, si impegna a rendere disponibile un nuovo trattamento per una rara immunodeficienza genetica, sviluppato dai ricercatori dell'istituto San Raffaele Telethon Tiget di Milano. Il dossier è stato presentato in Europa.

di Nicla Panciera

Fondazione Telethon annuncia di aver presentato all’Agenzia europea del farmaco Ema la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio per la terapia genica per il trattamento di pazienti con la sindrome di Wiskott-Aldrich, una malattia genetica rara del sistema immunitario.

«Un anno fa avevamo annunciato la nostra intenzione di portare all’approvazione la terapia genica per questa rara e grave malattia. Questa nuova tappa conferma sia la promessa fatta alla comunità dei pazienti e ai donatori di rendere le terapie per malattie rare e ultra-rare accessibili e sostenibili, sia l’impegno della Fondazione ad assumere un ruolo sussidiario rispetto agli operatori industriali, ogni qual volta questa sia la condizione necessaria a garantire l’accessibilità della cura. Nei prossimi mesi siamo pronti ad avviare questo percorso anche negli Stati Uniti» ha dichiarato il direttore generale della Fondazione, Ilaria Villa.

La terapia genica, messa a punto grazie all’attività di ricerca dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (SR-Tiget) di Milano, riconosciuto come uno dei più importanti riferimenti al mondo nel campo delle terapie avanzate, agisce sulla causa genetica della malattia e pertanto viene somministrate un’unica volta nella vita. Infatti, la sindrome di Wiskott-Aldrich è una rara immunodeficienza di origine genetica che si manifesta fin dalla prima infanzia con infezioni ricorrenti e recidivanti, emorragie, eczemi, aumento del rischio di sviluppare malattie autoimmuni e linfomi. Colpisce quasi esclusivamente i maschi, con un’incidenza di 1 su 250.000. Le attuali opzioni terapeutiche per questi bambini consistono in trattamenti di supporto per la gestione e la prevenzione delle manifestazioni. Attualmente il solo trattamento potenzialmente risolutivo è il trapianto di cellule staminali del sangue, che tuttavia è realizzabile in presenza di un donatore e non è esente da rischi. La terapia genica fornisce una versione corretta del gene difettoso, grazie a un vettore virale che lo inserisce nelle cellule staminali del sangue prelevate dal paziente. Una volta reinfuse, queste cellule corrette sono in grado di ripristinare un sistema immunitario funzionante, senza rischio di rigetto visto che derivano dal paziente stesso. Ad oggi sono complessivamente 30 i pazienti con questa malattia trattati con questa terapia genica (“etuvetidigene autotemcel”). I risultati ottenuti sui primi pazienti che hanno ricevuto il trattamento indicano che è in grado di ripristinare la corretta funzione del sistema immunitario, con una marcata diminuzione delle infezioni, un aumento delle piastrine e un miglioramento delle manifestazioni tipiche come eczema, petecchie ed emorragie. Tutti i pazienti trattati finora continuano a essere monitorati per raccogliere ulteriori dati sulla sicurezza. In attesa dell’approvazione da parte delle autorità regolatorie, in Italia questa terapia genica è disponibile grazie a un programma di accesso precoce previsto dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa.

Già nel 2023 Fondazione Telethon si era assunta la responsabilità della commercializzazione della terapia genica per l’Ada-scid, la rara immunodeficienza nota al pubblico come “malattia dei bimbi bolla”, diventando di fatto la prima charity al mondo ad assumersi la responsabilità di rendere disponibili ai pazienti che ne hanno necessità le terapie scoperte grazie al lavoro dei propri ricercatori.

Foto del National Cancer Institute su Unsplash

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