Volontariato
Anche l’Italia produce e detiene clusters bombs
Lanciata oggi a Roma la Campagna internazionale per una moratoria su uso, commercio e produzione delle cluster nel mondo
L’Italia e’ uno degli almeno 57 paesi al mondo che hanno nei propri arsenali munizioni cluster o bombe a frammentazione, sia per bombe d’ aereo che, piu’ piccole, per artiglieria. Ed e’ anche un paese produttore di cluster.
E’ quanto contenuto in un allegato al dossier realizzato dalla Campagna Italiana contro le mine (il coordinamento che nel 1997 ha condotto alla messa al bando delle mine in Italia, dopo una lunga battaglia legislativa e culturale giocata anche in campo internazionale attraverso la Convenzione di Ottawa), questa mattina a convegno alla Camera dei Deputati.
L’appuntamento è l’occasione per lanciare la Campagna internazionale per una moratoria su uso, commercio e produzione delle cluster nel mondo. Le munizioni cluster vengono lanciate da aerei o elicotteri oppure da sistemi di artiglieria, lanciarazzi e lanciamissili che si aprono a mezz’aria spargendo ad ampio raggio centinaio (o nel caso di quelle di artiglieria, decine) di submunizioni piu’ piccole. L’organizzazione ha sottolineato che tuttavia produzione, stoccaggi e vendita di una simile arma, i cui effetti sono assimilabili a quelli delle mine anti-persona, sono legali.
A questo proposito, il lancio della campagna di moratoria si propone anche di verificare le quantita’ di cluster prodotte e stoccate nei magazzini dell’ Esercito Italiano. Per la Campagna contro le mine l’Italia ”ha partecipato a missioni internazionali nelle quali e’ stato fatto uso da parte di forze alleate di munizioni cluster” riferendosi alla guerra nel Kosovo, ma non risulta ”averne mai fatto uso direttamente”. La Campagna italiana contro le mine e’ una onlus che fa parte della Cluster Munition Coalition che, grazie a finanziamenti pubblici e privati, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ argomento.
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