Famiglia

Salute: Ue,18esimo no ai giocattoli in pvc

Per la diciottesima volta la UE ha rinnovato il divieto di commercializzazione dei giocattoli in Pvc (Cloruro di polivinile)

di Carmen Morrone

Nel mirino dell’Europa, che sposta la scadenza fissata allo scorso agosto fino al prossimo novembre, sono quei giocattoli che i bambini potrebbero essere invogliati a mettere in bocca e succhiare.
Anche negli oggetti più innocenti infatti si nasconde un’ insidia, che in questo caso S rappresentata dagli ftalati, additivi utilizzati per rendere morbido e flessibile il PVC nella produzione di oggetti destinati alla prima infanzia e soprattutto nei giocattoli e negli anelli impiegati nella fase della dentizione.
Di alcuni ftalati è stata accertata la pericolosità: possono essere tossici per ingestione e addirittura cancerogeni, tanto che sono stati eliminati progressivamente anche dalle pellicole per alimenti. In questo caso sotto accusa di tossicità.
Sono quelli individuati con una norma nel 1999: ftalato di diisononile (DINP), ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP), ftalato di dibutile (DBP), ftalato di dipentile (DIDP), ftalato di diottile (DNOP), ftalato di butilbenzile (BBP) che possono rappresentare fino al 40-50 per cento in peso del prodotto. Data la natura delle plastiche impiegate per la produzione di giocattoli, gli additivi aggiunti per renderle più elastiche non entrano a far parte della catena polimerica, determinando una cessione degli ftalati, particolarmente accentuata in caso di trazione meccanica, di sbalzi termici o in presenza di sostanze organiche.
E’ dagli anni ’80 che gli ftalati nei giocattoli sono sotto accusa quando una indagine condotta negli USA stima approssimativamente che la presenza del DEHP nei succhiotti e negli anelli per la dentizione poteva aver provocato dai 20 ai 100 decessi l’anno. Per questo motivo, i produttori di giocattoli e articoli per l’infanzia raggiunsero un accordo volontario per contenere il DEHP a percentuali inferiori all’uno per cento in peso. In Europa è invece dal 1997 che si è deciso di ridurre la presenza di questi additivi e di limitare la commercializzazione dei giocattoli che li contengono, dopo che in Danimarca vennero accertate concentrazioni di ftalati decine di volte superiori ai limiti ammessi negli alimenti in tre prodotti presenti sul mercato.
Ma i più oltranzisti chiedono che i controlli e le limitazioni vengano estesi anche ad altre categorie merceologiche, come ad esempio giocattoli per bambini più grandi, che potrebbero perofi capitare tra le mani dei più piccini, attratti proprio dalla loro forma e elasticità, che, secondo gli esperti, mettono in moto ormoni particolari che invogliano i bebefi a esplorarli e metterli in bocca.

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