Mondo

Iraq: Intersos, ora continuiamo a costruire ponti

La ong ringrazia tutti (tranne la Croce Rossa) per il buon esito dell'operazione di salvataggio degli ostaggi

di Gabriella Meroni

”Il momento tanto atteso e’ giunto. Simona, Simona, Mahnaz e Raad hanno potuto riabbracciare i propri cari e ricongiungersi a noi”. Ora, ”occorre continuare” nell’ impegno verso la popolazione irachena. E’ questo il commento di Intersos, l’ organizzazione umanitaria coinvolta, insieme a ‘Un ponte per…’ nella vicenda del sequestro dei volontari italiani. ”Grazie a tutti quelli che hanno collaborato a questo meraviglioso risultato – si legge in un comunicato – grazie a quanti si sono mobilitati, facendo sentire la loro vicinanza e la loro partecipazione; grazie a quanti ci sono stati vicini: e’ stato, per gli amici di Un Ponte per e per noi di Intersos, uno straordinario segno di solidarieta’ che ci ha permesso di coltivare, anche nei momenti piu’ difficili, la speranza”. Un ”grazie” anche ”al governo ed alle altre istituzioni italiane, grazie a tutte le forze politiche, alle organizzazioni, associazioni e reti della societa’ civile, alle ong della solidarieta’ e del volontariato, alle organizzazioni religiose, e in modo particolare a tutte le comunita’ musulmane d’ Italia. Grazie a quanti, governi, istituzioni, organizzazioni, comunita’ religiose del mondo arabo e musulmano hanno preso a cuore la sorte dei quattro volontari”. Intersos ringrazia poi ”le moltissime persone che, in Iraq, hanno espresso indignazione di fronte al tentativo di cancellare quel ponte di solidarieta’ e di comprensione costruito da Simona, Simona, Mahnaz e Raad e dal mondo del volontariato che essi stanno cosi’ degnamente rappresentando; grazie a quanti, sempre in Iraq, visibili o nascosti, hanno contribuito ad alimentare la nostra speranza e a giungere a questa felice conclusione”. ”Le nostre margherite, il fiore simbolo dei nostri quattro volontari – continua Intersos – ancora una volta sono cresciute li’ dove la terra e’ arida e salata, li’ dove sembrava impossibile. La loro forza e quella di chi li ha sostenuti e’ prevalsa. E’ la forza e il messaggio del volontariato, dei valori della solidarieta’, del dialogo, della comprensione, della conciliazione, della convivenza tra diversi, anche nella nostra Italia. E’ la forza dei ‘ponti’. Ponti che, in questa pur infelice situazione, sono stati riscoperti e che ora occorre mantenere solidi: con la politica e con la condivisione delle responsabilita’ di fronte alle sfide del terrorismo, delle ingiustizie globali, della fame, delle malattie, dell’ ignoranza”. ”In questo momento di grande gioia – afferma ancora Intersos – rimane il dolore per tutti coloro che sono stati barbaramente uccisi e per le persone innocenti colpite dai bombardamenti; rimane l’angoscia per gli ostaggi di ogni nazionalita’ ancora in mano ai sequestratori; rimane il pianto dei familiari delle vittime e il dolore di quanti, come noi, non cessano di credere nel valore di ogni essere umano. Rimane la sofferenza del popolo iracheno, che non vede ne’ pace ne’ futuro, che rifiuta il terrorismo e che non ravvisa nella guerra, nell’ occupazione armata e nei bombardamenti alcuna reale possibilita’ di cambiamento e di democrazia e resiste ad ogni forma di violenza”. ”La strada della politica e del dialogo negoziale, quella che costruisce e consolida ponti – conclude – deve riuscire a fare tacere le armi. Occorre quindi continuare. Per quanto ci riguarda, manteniamo l’impegno preso con le popolazioni irachene nel restare al loro fianco, proseguendo e sviluppando le attivita’ umanitarie che la situazione impone”.


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