Famiglia

Calcolato il “peso” del servizio civile. Un regalo da 10 milioni

E' la somma annua che lo Stato non spende in assistenza ed educazione. Grazie al lavoro gratuito di 15mila giovani.

di Redazione

Il servizio civile nazionale è un salvadanaio che consente allo Stato un risparmio annuale compreso fra i 5 e i 10 milioni di euro. È quanto rivela l?indagine dell?Irs – Istituto per la ricerca sociale, che ha curato il sesto rapporto annuale della Cnesc, la Consulta nazionale degli enti di servizio civile. «I servizi erogati nel 2003 dagli enti della Consulta», spiega Stefano Cima, responsabile, per il non profit, dell?istituto, «sono prudenzialmente valutabili in 150 milioni di euro». Una stima calcolata in base «al contratto di lavoro degli occupati nella cooperazione sociale» e che a seconda del livello retributivo «oscilla da 135 a 164 milioni di euro. La cifra di 150 milioni è una media». Fondi che lo Stato non ha dovuto impegnare esclusivamente grazie all?utilizzo dei volontari in servizio civile. Se da questo ammontare si sottraggono i 130/135 milioni spesi ogni anno dall?Ufficio nazionale e i 10 milioni di costi di gestione della Cnesc, risulta un risparmio netto per le istituzioni di 5/10 milioni di euro. «Finalmente siamo riusciti a quantificare il nostro peso specifico nel sistema sociale», commenta una sorridente Cristina Nespoli, presidente della Cnesc. I volontari che nel 2003 hanno prestato servizio negli enti della Consulta (ma i dati si riferiscono a 12 dei 14 enti) sono stati 12.319. Ragazzi che hanno messo a disposizione di quasi 100mila utenti oltre 12 milioni di ore di lavoro (assistenza, promozione culturale, reinserimento sociale ed educazione i settori più rappresentati), considerando solo le associazioni aderenti alla Cnesc, che rappresentano una fetta rilevante del servizio civile (il 61, 9% dei progetti e il 69,1% dei 18.256 volontari avviati nel 2003 secondo la relazione annuale presentata al Parlamento nei giorni scorsi dall?Ufficio nazionale), ma non il tutto. Infine una nota stonata: non rientra l?allarme lanciato 12 mesi fa dalla Nespoli: «Continuo a notare un crescente interesse degli enti pubblici. Ho il sopetto che si tenti di coprire quasi gratis qualche posto vacante nelle amministrazioni locali».


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