Non profit

+Dai -Versi. I protagonisti della campagna. Uscire dall’imboscata per salvare il welfare

Forse sarà possibile far approvare la proposta di legge con una nuova copertura finanziaria.

di Benedetta Verrini

«Se non passa questa legge, sarà un inferno». Non usa mezzi termini, Ilaria Borletti. La presidente del Summit della Solidarietà, che rappresenta grandi realtà della ricerca scientifica, della solidarietà e della cooperazione allo sviluppo, guarda con estrema preoccupazione all?imboscata che la +Dai -Versi ha ricevuto il 16 settembre dalla commissione Bilancio. Sulla stessa linea anche gli altri promotori della proposta di legge, le associazioni del comitato editoriale di Vita e il Forum nazionale del Terzo settore. «La questione del rilancio delle donazioni è cruciale per la ricerca scientifica come per gli altri settori del non profit», spiega Sergio Salomoni, assistente di presidenza dell?Airc. «Per quanto ci riguarda, se non si giunge a una legge che le incentivi, come la +Dai -Versi, per noi sarà sempre più impegnativo portare avanti la ricerca e sostenere il lavoro di tanti scienziati». Quasi a riprova di questa difficile realtà, il consiglio direttivo dell?Airc, a fronte di richieste per il finanziamento di 776 progetti di ricerca oncologica, di recente ha potuto accordare la copertura finanziaria solo a 338. «La disponibilità di cassa a quel momento e la previsione delle donazioni che ci arriveranno da qui alla fine dell?anno non hanno consentito di fare di più», spiega Salomoni. Ma che tipo di progetti erano? «A tutto campo, tutti incentrati sulla ricerca oncologica. Selezionarli è un lavoro lungo, complesso e minuzioso: in questo momento stiamo elaborando le motivazioni della scelta. A ogni modo, mi faccia dire che quei 438 progetti rifiutati sono nella grandissima parte meritevoli di andare avanti e di portare contributi importanti, vitali, alla battaglia contro il cancro; rifiutati, invece, solo per mancanza di fondi». «è uno stillicidio continuo», commenta Edoardo Patriarca, portavoce del Forum. «Come è possibile dover lavorare continuamente nell?emergenza e senza leggi unitarie di riferimento, mentre ci viene richiesto di assumere sempre più ruoli e responsabilità nella costruzione del nuovo Welfare?». Anche se ora in Parlamento si tenta di ricucire lo strappo e di ridefinire, per la terza volta, la copertura finanziaria necessaria a far passare la legge sulla deducibilità fiscale delle donazioni al non profit, «è difficile non guardare a questa, come alle altre due grandi ?partite? legislative in corso, con un senso di avvilimento», prosegue Patriarca. «L?approvazione della legge sull?impresa sociale appare altrettanto a rischio e forse non vedremo nemmeno la riforma della legge 266 sul volontariato. Eppure, noi continuiamo a pensare che lo sviluppo del Terzo settore in questa fase storica vada governato e valorizzato al massimo». L?allarme che ha attraversato tutto il mondo del non profit, dopo la ?batosta? alla +Dai -Versi, è arrivato anche a Montecitorio. E forse potrà dare qualche risultato: «Abbiamo fatto un intensissimo lavoro di lobby con i colleghi della commissione Bilancio e ci sono i margini per una soluzione», dice Giorgio Benvenuto (Ds) che, in pieno spirito bipartisan, nel 2003 ha proposto la legge +Dai -Versi insieme al collega Giorgio Iannone, di Forza Italia. Cosa potrà succedere nei prossimi giorni? «Faremo un nuovo emendamento relativo alla copertura finanziaria», spiega Benvenuto. «E questa volta, la forte concertazione avuta con gli esponenti della commissione Bilancio, tra cui il relatore Crosetto e lo stesso sottosegretario Molgora, potrebbe permetterci di ottenere finalmente un parere positivo». L?impegno dei due proponenti in questi giorni è stato massimo e ha coinvolto anche il presidente della commissione Finanze, Giorgio La Malfa, che si è adoperato perché la pdl non arrivasse in aula senza copertura e potesse invece essere ridiscussa. «Siamo convinti che si possa e si debba andare avanti», aggiunge Iannone, «però la cautela è d?obbligo, visto che a parole sembrano tutti disponibili ad appoggiare la proposta, e poi nei fatti ci sono state tante difficoltà. Abbiamo anche pensato di tentare l?inserimento della copertura della +Dai -Versi nella legge Finanziaria. Insomma, andiamo avanti». Proprio l?imminenza della Finanziaria, però, con tutte le emergenze e i problemi di cassa che porta con sé, «rischia di costituire un freno pesante all?evoluzione normativa sul non profit», avverte Patriarca, che preannuncia nuovi passi verso quella ?coalizione per il Welfare?, conclusa nel maggio scorso con i sindacati, «che ora vorremmo si manifestasse pienamente, cercando alleanze con le Regioni, le autonomie, gli intellettuali. Non per difendere noi stessi, ma per portare avanti il tema dei diritti, la difesa delle fasce più svantaggiate della popolazione, la promozione della cittadinanza attiva e la realizzazione della sussidiarietà». A un imminente incontro di reti, seguito da nuovi contatti con il mondo politico e anche un?eventuale mobilitazione pubblica pensa anche Ilaria Borletti. «Le difficoltà incontrate da questa legge rispecchiano anche la mancanza, in Italia, di una precisa visione dello Stato», commenta. «Qui da noi non si è ancora capito ciò che in molti altri Stati europei è già realtà: la fine dello Stato assistenziale deve necessariamente coincidere con il sostegno al non profit. Un sostegno globale, complessivo, che eviti misure-spot a singoli settori. La filosofia di fondo dovrebbe essere che ciò che si risparmia in tasse deve ricadere sul sociale, e dunque sull?intera comunità. Una recente ricerca del Summit della Solidarietà ha dimostrato che un?unità in meno di pressione fiscale sul non profit ricade sulla collettività, in termini di servizi e benefici, ben quattro volte tanto». In effetti, solo il trend di donazioni accertate dall?Agenzia delle Entrate (sulle dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni) tocca i 144 milioni di euro, con quasi 2 milioni di persone che hanno fatto beneficenza. Ma si tratta solo della punta dell?iceberg, visto che pochi donatori si avvalgono della misera detrazione oggi garantita dal Fisco. La ricaduta, comunque, è stata in servizi offerti dalle associazioni a 5 milioni e 700mila cittadini. «Credo che se non si comprende questo», conclude la Borletti, e si lasciano languire le associazioni tra mille problemi di risorse e di costi, si perde di vista un obiettivo politico e strategico fondamentale per il benessere di questo Paese».

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