Inclusione
A Castelbuono l’accoglienza parla ucraino
Nel piccolo "comune del welcome" in provincia di Palermo, accolti tre mamme con i loro quattro figli, una nonna con suo nipote provenienti da Horodnia, Ucraina, grazie al "ponte di pace" che il Mean-Movimento europeo di azione nonviolenta sta creando in Italia e in Europa
A nome della comunità di Horodnia, del consiglio comunale e, soprattutto, delle famiglie dei nostri militari caduti, esprimiamo la nostra più profonda gratitudine per la calorosa accoglienza e il supporto che ci avete offerto durante la visita nella vostra meravigliosa città di Castelbuono»: questo il messaggio scritto da Daryna a nome del consiglio comunale, del sindaco Andrii Bohdan e tutti gli abitanti della comunità di Horodnia, una piccola città ucraina resistente all’occupazione e ai bombardamenti russi, che si estende su entrambe le rive del fiume Chibrizh e che durante l’invasione svedese del 1709 si distinse per l’eroismo dei suoi abitanti che fu premiato da Pietro il grande, che donò alla città tre cannoni.
Destinatari del messaggio, il Movimento europeo di azione nonviolenta-Mean e Mario Cicero, sindaco del Comune di Castelbuono, in provincia di Palermo, uno dei 73 piccoli comuni del welcome che ha accolto tre mamme con i loro quattro figli, una nonna con suo nipote provenienti da Horodnia grazie al “ponte di pace” che il Mean sta creando in Italia e in Europa.
«Questo viaggio è stato per le nostre famiglie un momento d’aria fresca in tempi così difficili. Le impressioni che hanno portato a casa sono piene di luce, calore e sincerità, che hanno percepito grazie alla vostra ospitalità. Quando sono tornate a casa, le famiglie si sono recate al consiglio comunale per condividere le loro emozioni e i ricordi di questa esperienza grazie alla quale hanno potuto, anche solo per un momento, dimenticare il dolore e le perdite, riscoprendo che il mondo è ancora pieno di bontà. Apprezziamo molto i rapporti amichevoli e la collaborazione che si sono creati tra le nostre comunità. Insieme continueremo a lavorare per sviluppare, rafforzare i legami tra le nostre comunità», conclude la nota di Daryna nella quale si descrive soprattutto lo stato d’animo dei bambini che a Castelbuono hanno potuto vivere una pausa dal terrore della guerra.
«Il 31 Dicembre 2024 lo ricorderò come la festa di fine anno che ho vissuto senza “lustrini”, senza esigenza di apparire. Con la mia famiglia, infatti, abbiamo festeggiato insieme alle mamme e ai loro figli provenienti dall’Ucraina. Persone che fuggono da una drammatica e assurda guerra. A queste famiglie diciamo benvenuti, “welcome”, e speriamo che questi giorni di permanenza qui a Castelbuono siano di aiuto per affrontare il futuro. È stato toccante vedere che allo scoppio dei primi petardi i bambini si sono spaventati, si sono coperti il capo con i cappucci, hanno chiuso le porte scappando», ha commentato il sindaco Mario Cicero.
Il viaggio e il soggiorno delle famiglie è stato possibile anche grazie al sostegno della Fondazione italiana Charlemagne che dal 1998 si impegna in azioni di solidarietà sociale grazie ad un sistema condiviso di risorse, mezzi in sinergia con le organizzazioni di terzo settore che si impegnano per garantire la piena dignità della persona.
«A vedere la cartina geografica sembrava davvero impossibile che Horodnya, un piccolo comune ucraino ai confini nord, stretto tra Russia e Bielorussia, potesse stringere amicizia e trovare conforto in un comune gemello ai confini dell’estremo sud italiano, Castelbuono, in provincia di Palermo, e invece ce l’abbiamo fatta. Il Mean, incontrando fisicamente i due sindaci a maggio 2024, è riuscito a costruire questo ponte di pace e di amicizia che ha permesso a quattro famiglie ucraine di trascorrere le vacanze serene. La nonviolenza attiva può fare davvero piccoli miracoli», conclude Angelo Moretti, portavoce del Mean.
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