Appelli
Ministro Tajani, sblocchi subito i 6 milioni di euro per Gaza e la Cisgiordania
Oltre 46mila vittime, il 90% della popolazione sfollata, infrastrutture distrutte. La situazione a Gaza e Cisgiordania è critica, e i fondi italiani per gli aiuti umanitari restano bloccati. Le organizzazioni della società civile Aoi, Cini, Link2007 e la Piattaforma delle Osc italiane in Mediterraneo e Medio Oriente scrivono al Governo: «Sbloccare i fondi non è un dovere morale ma un obbligo giuridico»
di Redazione
Roma, 21 gennaio 2025 – Le principali Organizzazioni della Società Civile (Osc) italiane hanno inviato una lettera al Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiedendo lo sblocco immediato dei fondi destinati alla crisi umanitaria e l’ulteriore stanziamento di fondi adeguati a rispondere alla gravissima crisi in atto nel Territorio Palestinese Occupato. Con Gaza e Cisgiordania in ginocchio, oltre 6 milioni di euro stanziati per interventi vitali rimangono bloccati, aggravando una situazione già drammatica.
Le Osc italiane (Aoi, Cini, Link2007 e la Piattaforma delle Osc italiane in Mediterraneo e Medio Oriente) sottolineano l’urgenza di un ruolo più attivo dell’Italia nella risposta a questa crisi, attraverso la riattivazione del sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Storicamente il Territorio Palestinese Occupato ha rappresentato una priorità per la Cooperazione Italiana, ma oggi più che mai necessita di interventi di emergenza e cooperazione per far fronte a questa tragedia.
Situazione umanitaria
Anche a fronte della recente e fragile tregua la situazione nel Territori Palestinese Occupato peggiora ogni giorno. Secondo l’office for the coordination of humanitarian affairs (Ocha) ad oggi si registrano: oltre 46mila vittime a Gaza; 90% della popolazione sfollata, con accesso limitato a cibo, acqua e cure mediche; il 60% delle infrastrutture distrutte, incluse scuole e ospedali e l’aumento dei i casi di malnutrizione infantile ed epidemie di malattie.
Anche in Cisgiordania e Gerusalemme Est la situazione è critica: dal 7 ottobre 2023 sono stati uccisi 795 palestinesi, 8mila sono stati sfollati e le violenze dei coloni, le demolizioni e le restrizioni alla libertà di movimento sono in aumento. Il 2024 ha registrato il record di sfollati e demolizioni da quando Ocha ha iniziato il monitoraggio nel 2009.
I fondi bloccati
La lettera inviata al Ministro Tajani evidenzia la gravità della situazione e l’urgenza di rispettare gli impegni umanitari. In particolare:
-10 progetti di emergenza approvati dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (Aics) nel 2023 per interventi di emergenza a favore della popolazione palestinese e per un totale di 4.550.766,00 euro (bando emergenza AID12273/01/1 e AID12273/01/2), sono stati bloccati prima della loro partenza su volontà del Ministero degli Esteri;
– nel marzo 2024 il Ministero degli Affari Esteri ha stanziato fondi per un totale di 2 milioni di euro (delibera 9 dell’11/03/2024) assegnati ad Aics per l’attivazione di un’ulteriore iniziativa di emergenza (AID 12966/01/0), ma nessun bando ad oggi è stato pubblicato ed i fondi rimangono non attribuiti;
– il Governo italiano ha stanziato diversi milioni di euro ed avviato una campagna raccolta fondi per il programma “Food for Gaza”, sul quale non sono stati diffusi dati specifici riguardo la sua operativita’. Le Osc italiane, tra le poche entità ancora operative all’interno della Striscia di Gaza, hanno più volte fornito la propria disponibilità per veicolare aiuti, sempre nel rispetto delle condizioni di sicurezza e antiterrorismo, ma ad oggi non vi è stato da parte del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale nessun riscontro in merito.
Le Osc italiane, nonostante il blocco dei fondi, continuano a operare nella Striscia di Gaza con il supporto di altri donatori internazionali. Tuttavia, questa situazione di stallo politico è inaccettabile e rischia di compromettere ulteriormente la capacità di fornire aiuti.
Perché è importante intervenire
«Sbloccare i fondi non è solo un dovere morale, ma un obbligo giuridico», scrivono Aoi, Cini, Link2007 e la Piattaforma delle Osc italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, richiamando le risoluzioni Onu e le ordinanze della Corte Internazionali di Giustizia. «Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ripetutamente sottolineato l’importanza di incrementare gli aiuti umanitari per garantire cibo, acqua, forniture mediche e altri beni essenziali. Le risoluzioni Onu richiedono il ripristino delle infrastrutture essenziali (2712/2023, 2720/2023, 2728/2024). Inoltre, la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso ordinanze (26 gennaio 2024 e 28 marzo 2024) che obbligano all’approvvigionamento immediato di beni umanitari per affrontare le condizioni di vita avverse a cui è esposta la popolazione civile e al fine di scongiurare il rischio di genocidio dei Palestinesi a Gaza. La ripresa degli interventi di emergenza gestiti dalle Osc italiane è quindi cruciale per l’adempimento di tale obbligo. La presenza delle Osc in contesti di crisi è indispensabile, e a fronte della drammatica situazione umanitaria venutasi a creare nei Territori palestinesi occupati, chiediamo quindi con urgenza la risoluzione di questi impedimenti politici affinché anche le OSC italiane possano proseguire il lavoro prezioso svolto negli ultimi decenni proprio grazie al supporto della Cooperazione Italiana ed alle sinergie con gli altri attori del “Sistema Italia”, di cui fanno e devono continuare a fare parte. Prestare soccorso alla popolazione civile palestinese corrisponde anche a un preciso obbligo giuridico che grava sullo Stato italiano in quanto membro delle Nazioni Unite e in quanto Stato parte della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Infine, è importante sottolineare che gli interventi di cooperazione internazionale realizzati nel Territorio Palestinese Occupato nel corso degli ultimi decenni si sono rivelati come la più efficace strategia per il rafforzamento della società civile locale, supportando le organizzazioni palestinesi e israeliane che lavorano per la promozione del rispetto dei diritti umani e per il raggiungimento di una pace giusta; esse costituiscono uno degli antidoti fondamentali contro la spirale di odio, violenza ed estremismo, e la loro voce deve quindi continuare a essere sostenuta. Alla luce degli enormi bisogni della popolazione civile palestinese, è fondamentale che il Governo italiano rafforzi il proprio ruolo».
Le Osc chiedono quindi al Governo italiano di:
• Consentire l’avvio immediato dei 10 progetti emergenza (3 a Gaza e 7 in Cisgiordania e Gerusalemme Est) approvati da Aics per un totale di 4.550.766 euro;
• Assegnare tramite bando i 2 milioni di euro stanziati a marzo 2024 per l’attivazione di un’ulteriore iniziativa di emergenza;
• Attivare un tavolo di confronto con le Osc italiane sul programma “Food for Gaza”, da cui attualmente sono escluse nonostante rimangano tra le poche entità ancora operative all’interno della Striscia;
• Stanziare ulteriori fondi per rispondere alla gravissima emergenza umanitaria in corso.
«Per permettere», continua la nota, «alla Cooperazione Italiana, insieme alle Osc e ai loro partner locali, di proseguire nel prezioso lavoro che continuano a realizzare in questo martoriato territorio».
AP Photo/Hussein Malla/Associated Press / LaPresse
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