Volontariato

Lebbra: per l’Oms è sconfitta, per i volontari no

Aifo avverte: si sono ottenuti importanti risultati, ma occorre non abbassare la guardia. Tutti i dati

di Gabriella Meroni

“Insieme, possiamo esprimere con orgoglio la vittoria di aver ridotto a livelli bassissimi una delle malattie più terribili che da sempre ha afflitto l’umanità. L’OMS esprime con soddisfazione la propria gratitudine ai partners che con forza hanno offerto il loro supporto a questa battaglia. Oggi nessuno dovrebbe più soffrire per lo stigma, le deformità e le disabilità provocate da questa malattia che è curabile”. Con queste parole il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dottoressa Gro Harlem Brundtland, ha annunciato ieri che l’obiettivo globale dell’eliminazione della lebbra come problema di salute pubblica è stato raggiunto. A ciò ha contribuito l’accordo, definito Alleanza Globale per l’Eliminazione della Lebbra, siglato tra i maggiori soggetti impegnati nel settore. Secondo l’OMS la sfida rimane aperta nei paesi in cui la malattia non è ancora completamente sotto controllo, sei in particolare: India, Brasile, Madagascar, Mozambico, Myanmar e Nepal. Diagnosi precoce e cura gratuita, in particolare per le comunità a rischio, sono alla base dei risultati raggiunti. La dr.ssa Maria Neira, direttore del Dipartimento OMS per le malattie infettive, afferma che la maggiore priorità è portare il trattamento farmacologico alle aree ancora non raggiunte a causa di condizioni di povertà estrema, mancanza d’infrastrutture isolamento o guerra. L’AIFO è impegnata da quarant’anni nella lotta alla lebbra ed ha destinato, nei soli ultimi dieci anni, oltre 30 miliardi nella lotta alla malattia e per il reinserimento sociale dei malati. E’ attualmente impegnata nei paesi citati come maggiormente endemici ed in altri 44 paesi del mondo. Già nel gennaio scorso, in occasione della 48a Giornata mondiale dei malati di lebbra, l’AIFO aveva lanciato un appello sottoscritto da 20.000 persone, in cui si invitava a non minimizzare il problema Oggi in nome di almeno dieci milioni di persone che vedono la loro vita sconvolta dalla malattia e dell’impegno sul campo di decine di volontari quotidianamente impegnati nella lotta alla lebbra AIFO afferma che la lebbra non è vinta per una serie di ragioni: – significative aree del pianeta non sono ancora coperte dal trattamento farmacologico, come afferma la dr.ssa Neira.; – sono 25 i paesi in cui la malattia è ancora endemica; – la malattia ha un andamento cronico con un’incubazione lunghissima (anche vent’anni); – più di 10 milioni di persone pur avendo ultimato il trattamento farmacologico vivono con disabilità provocate dall’hanseniasi. Tra loro sono ben pochi coloro che possono beneficiare di piani di reinserimento sociale per cui spesso rimangono bollati dalla società come “lebbrosi”. Il dr. Deepak, direttore del Dipartimento medico scientifico dell’AIFO afferma: “Non esiste uno strumento diagnostico che ci consenta di affermare quanti sono nel mondo i portatori della malattia, l’unico elemento di certezza è che ogni giorno nel mondo vengono registrati circa 2000 nuovi casi di lebbra ma noi, operatori sul campo sappiamo che sono tantissimi quelli non identificati. Con questi elementi il trionfalismo dei toni usati dall’OMS genera molte perplessità”. L’obiettivo raggiunto è un passo importante, ma la vittoria è ancora lontana. Info: tel. 051 433402


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