Carcere e Giustizia
Il detenuto è laureando? Discuta la tesi ma online
Durante un question time, il senatore Pierantonio Zanettin ha chiesto spiegazioni sulla vicenda di un detenuto che si trova nel carcere di Vicenza. Prossimo alla laurea, non gli è stata concesso di discutere il lavoro finale alla Sapienza di Roma, con un dietrofront del magistrato. Il ministro alla Giustizia Nordio: «Per chi è in regime detentivo di alta sicurezza la norma consente i permessi in presenza di ragioni gravi o eccezionali, che siano riferibili alle relazioni familiari». Il commento a VITA di Zanettin
Il senatore Pierantonio Zanettin, in un’interrogazione parlamentare, ha portato la vicenda di un detenuto nel carcere di Vicenza che, «mentre era nel suo percorso di reclusione, è riuscito a completare i suoi studi e si accinge a ottenere il diploma di laurea. Dovrebbe comparire fra pochi giorni, proprio qui a Roma, all’università La Sapienza per la sua proclamazione. Ha presentato al magistrato di sorveglianza la richiesta di poter partecipare in presenza, che gli è stata però negata in quanto il Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ndr) non è stato in grado di assicurargli una scorta adeguata fino a Roma».
Non assicurato un idoneo servizio di vigilanza
Il ministro alla Giustizia Carlo Nordio ha risposto che «il detenuto Nicosia è ristretto presso la casa circondariale di Vicenza in regime di alta sicurezza». Il 25 novembre scorso il magistrato di sorveglianza, sulla sua istanza, gli concesse un permesso ex articolo 30 per recarsi presso l’università Sapienza di Roma per sostenere l’esame di laurea. Il Guardasigilli, premettendo che «il detenuto aveva svolto il percorso universitario in modalità telematica e da remoto», ha affermato che il Dap segnalava che «le modalità e il luogo di svolgimento dell’esame di laurea rischiavano di non assicurare un idoneo servizio di vigilanza […]. Pertanto, chiedeva al magistrato di sorveglianza di valutare l’opportunità di revocare il provvedimento emesso, disponendo l’esecuzione dell’esame di laurea in modalità telematica».
Alta sicurezza: permessi in presenza solo per ragioni familiari gravi o eccezionali
Per chi è in regime detentivo di alta sicurezza «la norma consente i permessi in presenza di ragioni gravi o eccezionali che siano comunque riferibili alle relazioni familiari», ha continuato Nordio, «e non anche per ragioni magari pure apprezzabili, ma estranee alla famiglia». Il ministro alla Giustizia ha concluso dicendo che «al detenuto è stato pienamente garantito il diritto allo studio, consentendogli di partecipare, il prossimo 25 gennaio, alla propria cerimonia di laurea con le modalità di sicurezza richieste dal suo regime detentivo di alta sicurezza».
Laurea online: «Una notizia positiva, ma si poteva sperare di meglio»
«Io speravo che il Governo desse una soddisfazione a questa persona, che l’umanizzazione della pena gli avrebbe consentito di laurearsi in presenza», ha detto a VITA il senatore Pierantonio Zanettin. «Poteva essere un fiore all’occhiello che quest’uomo si laureasse in presenza. Il ministro ha garantito (e spero che questa garanzia venga mantenuta) che il detenuto lo farà in via telematica. Questa è una notizia comunque positiva rispetto a quella di cronaca che riportava un quotidiano, che diceva che non poteva proprio laurearsi. Il carcere di Vicenza è all’avanguardia, è uno tra i migliori istituti di pena italiani, si poteva sperare di meglio», ha continuato il senatore.
«Ci accontentiamo dell’assicurazione che il detenuto potrà diventare dottore in videoconferenza. Il fatto che avesse fatto tutti gli esami da remoto alla Sapienza non l’avevo capito, visto che non si tratta di un’università telematica ma dell’ateneo romano. Evidentemente», ha concluso Zanettin, «ci sono dei protocolli, stipulati tra il carcere e l’università, che lo permettono».
In apertura, studenti dell’Università Bicocca, nell’aula multimediale della casa di reclusione di Bollate (foto ufficio stampa Università di Milano Bicocca). Nell’articolo uno screenshot del video dell’interrogazione sul canale YouTube del Ministero della Giustizia
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