Politica

Frattini: “Su italiane rapite porto nuovi elementi”

"Sul rapimento di Simona Pari e Simona Torretta l'Italia ha acquisito elementi nuovi, anche se la massima riservatezza è d'obbligo" fa sapere il ministro degli Esteri Frattini in visita in MO.

di Redazione

Sul rapimento di Simona Pari e Simona Torretta l’Italia ha acquisito elementi nuovi, anche se la massima riservatezza in queste ore e’ d’obbligo. ”Stiamo lavorando, non possiamo parlare nella sostanza di questi nuovi contatti ma nessuna strada e’ stata tralasciata”, ha detto il ministro degli esteri Franco Frattini oggi prima negli Emirati Arabi Uniti e poi in Qatar, ultima tappa di una missione lampo ma intensa di 48 ore che era partita dal Kuwait. Quella del massimo riserbo continua ad essere la linea del governo anche se Frattini ha fatto capire che la sua visita nel Golfo non e’ stata inutile, dando la sensazione di tornare in Italia con un cauto ottimismo. ”Spero che i contatti di questi giorni portino a dei buoni risultati”, ha osservato. Intanto da Bruxelles il presidente del governo iracheno, pur confermando la volonta’ di fare il possibile per il rilascio delle due italiane e dei due iracheni sequestrati, conferma di non sapere neanche se gli ostaggi siano ancora vivi o meno. Frattini stasera in Qatar ha incontrato tutte le massime autorita’ e gli organismi civili e religiosi ai quali ha rinnovato gli appelli alla solidarieta’ e al rispetto della vita dei civili impegnati con generosita’ in favore del popolo iracheno. La Farnesina ha mobilitato il mondo islamico e attivato contatti importanti a tutti i livelli. Un viaggio nato dalla volonta’ di confermare l’immagine di un’Italia amica dei Paesi arabi e che si e’ concluso questa sera a Doha dove il titolare della Farnesina ha rilasciato una intervista alla tv Al Jazeera. Stiamo seguendo ”tutte le piste per arrivare alla liberazione delle due volontarie di un ”Ponte per” e dei due iracheni rapiti insieme a loro martedi’ scorso a Baghdad”. Ma , ha ribadito il ministro, ”non daremo ascolto alle minacce dei rapitori”, confermando che le truppe italiane lasceranno l’Iraq solo quando sara’ chiesto dal governo iracheno. Parole misurate e gesti simbolici hanno caratterizzato tutta la missione del capo della diplomazia italiana che in Kuwait ha fatto tappa anche alla grande moschea da dove ieri ha lanciato un appello alla sensibilita’, all’affetto e al cuore dei musulmani da parte un’Italia unita che chiede la liberazione di queste due giovani donne. Oggi Frattini a Doha ha incontrato anche il direttore del centro di studi islamici Al-Karadawi che ha condannato il rapimento di innocenti in Iraq. Negli incontri con le autorita’ locali ha spiegato la posizione italiana nella crisi irachena e il ruolo che le volontarie ricoprivano nelle organizzazioni non governative. Frattini ha ribadito che solo quando gli iracheni saranno in grado di mantenere la sicurezza e la democrazia l’Italia lascera’ il Paese. Il ministro ha tuttavia riconosciuto che in questo momento la situazione e’ difficile. Ecco perche’ occorre al piu’ presto legittimare il governo iracheno: ”e il primo passo deve essere le elezioni del gennaio del 2005, il popolo deve avere il diritto di votare. Poi dovra’ dotarsi di una Costituzione che preveda diritti per gli uomini e le donne irachene. L’Iraq dovra’ tornare nelle mani degli iracheni e non piu’ degli stranieri”. Di particolare importanza la tappa di Frattini in Kuwait. Da tempo la collaborazione tra servizi segreti italiani e kuwaitiani e’ molto sviluppata. Per questo sul caso delle due Simona avrebbero fornito punti e ipotesi da verificare e analizzare. Poco prima di fare rientro a Roma – dove riferira’ della sua missione al Senato – Frattini ha avuto una lunga telefonata con il premier Silvio Berlusconi, con il quale e’ stato in continuo contatto.


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