Mondo

Darfur: negoziati intersudanesi bloccati

I negoziati tra il governo sudanese e i ribelli del Darfur ad un "impasse"

di Joshua Massarenti

Non erano passati dieci minuti che i rappresentanti di entrambe le fazioni, riuniti ieri attorno ad un nuovo, ennesimo tavolo di discussioni, si sono subito scontrate sui nodi politici che da settimane stanno bloccando il processo di pace sudanese.

Secondo l’Agence France Presse (Afp), “alcuni partecipanti hanno indicato che i mediatori hanno aggiornato le discussioni in quanto le parti in conflitto sono rimaste trincerate sul posizioni che avevavno già provocato l’interruzione dei negoziati venerdì scorso”.

Per il vice ministro sudanese degli affari esteri Najeib Abdelwahab, all’origine dell’impasse vi sarebbe la posizione assunta dagli Stati Uniti nel guerra civile del Darfur. La settimana scorsa, il segretario di Stato americano Colin Powell aveva accusato il regime di Khartum di essere responsabile di “genocidio” nei confronti delle popolazioni civili del Darfur. Vice versa, i ribelli darfuriano hanno accolto con grande entusiasmo le accuse di Powell, sperando che le gravissime accuse degli Stati Uniti possano in qualche modo sbloccare i negoziati di Abuja e porre fine ad una guerra civile che dal febbraio 2003 ha fatto tra 30.000 e 50.000 morti. I delegati dei ribelli accusano Khartum di non voler negoziare una soluzione politica della crisi: trattare su questioni di sicurezza e di disarmo è insufficiente.

Il rischio di vedere i negoziati fallire è reale. Questo per lo meno ha lasciato intendere il portavoce del gruppo ribelle SLM (Movimento per la liberazione del Sudan), secondo il quale “i negoziati possono fallire in qualsiasi momento se il governo sudanese rimane incapace di adottare una soluzione politica”. Per scongiurare il pericolo, i mediatori vorrebbero sollecitare il presidente della Nigeria nonché attuale presidente di turno dell’Unione Africana, Olusegun Obasanjo.

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