Mondo

L’Unhcr sospende le attività in Afghanistan occidentale

Gli uffici UNHCR a Herat sono stati saccheggiati da una folla di alcune centinaia di persone che ha attaccato la sede domenica mattina, rompendo porte e finestre

di Benedetta Verrini

In seguito agli attacchi verificatisi durante lo scorso fine settimana negli uffici dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ad Herat in Afghanistan, tutte le operazioni dell’Agenzia sono state temporaneamente sospese. La situazione viene monitorata quotidianamente dall’UNHCR che auspica un rapido ripristino delle operazioni in questa regione.

Per il momento, tutti i membri del personale internazionale sono stati trasferiti da Herat a Kabul, dove sono giunti nel tardo pomeriggio di ieri, e faranno ritorno ad Herat non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno.
Da una prima valutazione dell’accaduto, risulta che gli uffici UNHCR a Herat sono stati saccheggiati da una folla di alcune centinaia di persone che ha attaccato la sede domenica mattina, rompendo porte e finestre. Filippo Grandi, il Vice Rappresentante Particolare del Segretario Generale in Afghanistan, dopo avere visitato il luogo dell’attacco, lo ha definito “davvero impressionante”.

L’UNHCR, insieme ad altre agenzie delle Nazioni Unite, è al momento in contatto con il nuovo governatore della provincia di Herat, per fare in modo che non si ripetano attacchi di tale natura e che la sicurezza del personale venga garantita. Ruud Lubbers, Alto Commissario per i Rifugiati, ha espresso preoccupazione per gli attacchi subiti e disappunto nel considerare che la violenza messa in atto da un piccolo gruppo di persone abbia causato la sospensione delle operazioni UNHCR a Herat, una provincia chiave per le attività dell’UNHCR in Afghanistan.

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